Pressing Fmi sulle riforme strutturali a San Marino: "Banche, pensioni e Iva da cambiare"

San Marino

SAN MARINO. Accelerare il risanamento del settore bancario e le riforme, in particolare quella pensionistica e per l’introduzione dell’Iva. Lo raccomanda alla Repubblica di San Marino il Fondo monetario, a conclusione dei dieci giorni di missione annuale articolo 4 della delegazione dei tecnici internazionali. Banche e bilancio pubblico dunque sotto la lente degli esperti del Fmi, a cui al momento «non risulta nessuna richiesta di finanziamento da parte sammarinese».

«Finanza vulnerabile»

Da Palazzo Begni, il capo delegazione Nir Klein, affiancato dal segretario di Stato per le Finanze, Eva Guidi, anticipa le raccomandazioni preliminari che porteranno al report conclusivo del Fmi su San Marino del prossimo marzo. Nel suo riferimento, Klein riconosce che l’economia sammarinese presenta un settore bancario e finanziario «con numerose fragilità e vulnerabilità» e le elenca: basso livello di liquidità, fabbisogno di ricapitalizzazione importante e concentrato nell’istituto di Stato, la Cassa di Risparmio. E ancora, un volume di Npl elevato e «deboli prospettive che il sistema bancario torni a redditività, a causa di elevata concentrazione di attività che non producono reddito e degli elevati costi operativi». Con la conseguenza che la capacità del settore di erogare credito a imprese e famiglie è «limitata» e porta un «effetto negativo su consumi, investimenti e crescita».

Obiettivo riforme strutturali

Oltre a questi fattori interni, i tecnici Fmi, riconoscono che l’economia interna sammarinese subirà l’impatto della debole crescita italiana di cui le proiezioni sono state riviste al ribasso. Di qui «l’urgenza di sviluppare una strategia globale per superare la debolezza e le difficoltà che sta affrontando il sistema bancario, perché possa tornare a supportare l’economia reale» e al contempo non pesi ancora sulle spalle delle finanze pubbliche a cui «va garantita la sostenibilità».

Anche per questo «è necessario – continua Klein – portare avanti i progetti di riforme strutturali, fondamentali per far sì che l’economia torni nuovamente ad una crescita sostenibile».

Il team del Fmi rileva comunque qualche sviluppo positivo sul fronte di diminuire la burocrazia e una maggiore flessibilità del mercato del lavoro «i cui effetti – riconosce Klein – sono già visibili». Avanti ancora quindi, suggerisce, verso «un migliore contesto imprenditoriale, una maggior offerta del mercato del lavoro, l’integrazione economica e nel colmare mancanze in ambito infrastrutturale».

Il capo delegazione riconosce gli «sforzi profusi» dal governo sul fronte di politiche per la stabilità e sostenibilità delle finanze pubbliche, ma «vorremmo vedere progressi più rapidi soprattutto sulla strategia per il settore bancario». E di questa indica i pilastri: migliore livello di liquidità, riconoscimento immediato delle perdite, una veloce risoluzione degli Npl, rafforzamento di governance e vigilanza del settore bancario. Aspetti su cui si è registrato qualche progresso, ammette «ma c’è molto altro da fare».

Bilancio

E ancora: anche sugli interventi per il bilancio Klein chiede maggior velocità nelle riforme, riguardo quella pensionistica e dell’Iva, per cui c’è intenzione di introdurla entro il 2020 e su cui è già stata attivata assistenza tecnica da parte del Fmi. Alla domanda su un’eventuale richiesta di finanziamento al Fmi da parte del governo sammarinese, Klein si limita a rispondere che non gli risulta e che comunque non è argomento di cui si è occupata la missione. Da parte del governo del Titano, il Segretario per le Finanze Guidi riconosce la necessità di interventi sul settore bancario e sul bilancio, in particolare «concordiamo nel continuare a lavorare ancora di più su una strategia complessiva, condivisa con tutti gli attori interessati, non solo governo ma anche Bcsm, le imprese e con il coinvolgimento completo di tutta la politica. Sappiamo che abbiamo riforme importanti da realizzare – conclude Guidi – pensioni, introduzione Iva, un’azione di spending review più incisiva: tutto va fatto in una strategia complessiva e coordinata».

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