Caso Cis, il governo di San Marino pronto a costituirsi parte civile nei processi

San Marino

SAN MARINO. «Se in uno scontro politico è del tutto legittimo il tentativo delle opposizioni di far cadere il governo e ricorrere alla polemica, si deve però evitare di generare sfiducia nel sistema e paura nei risparmiatori». Il Congresso di Stato interviene così, in una nota, nell’accesa discussione politica sulle banche, recentemente rinvigorita dal “caso Cis”, rivolgendo un appello ad abbassare i toni a tutti gli attori, politici e sociali. «Perché il sistema finanziario si basa sulla fiducia - motiva - molto facile da perdere e molto difficile da guadagnare». Quindi «non si deve arrivare al punto di produrre timore nei risparmiatori - prosegue - soprattutto basandosi su interpretazioni a proprio uso e consumo di atti giudiziari, sui “si dice”, su notizie non verificate o interessate».

Nel corso di questa legislatura, suo malgrado, si ricorda, «il governo si è trovato a gestire due situazioni complicate: quella di Asset e quella di Banca Cis». In entrambi i casi «ha agito negli ambiti che la legge gli assegna - sottolinea l’esecutivo - che certo non conferisce al governo poteri di ispezione, né tanto meno di intervento su singole banche, fatta eccezione per Cassa di Risparmio, dove lo Stato agisce in quanto socio della banca stessa, o di decidere se, quando e come commissariare un istituto». Questi poteri sono in capo a Banca centrale, continua la nota, che «è chiamata a risponderne davanti alla giustizia in caso di errori». Governo e Ccr, insomma, hanno sempre rispettato l’autonomia e gli ambiti di intervento di Bcsm, assicura il Congresso, «con tutte e tre le dirigenze che si sono succedute in questa legislatura, anche quelle non nominate e volute da questo governo, che ha invece contribuito ad allontanarle». Perciò «rigettiamo completamente al mittente le continue accuse dell’opposizione - incalza la nota - che cerca addossare responsabilità su decisioni che competevano e competono tutt’ora ad altri».

Di fatto, «l’attività delle ultime dirigenze di Banca centrale, in varie forme ed estensioni, è stata ed è sotto la lente di ingrandimento della magistratura - fa notare il governo - che ha ipotizzato diverse criticità ed in alcuni casi possibili violazioni delle leggi». E a riguardo, l’esecutivo assicura massimo rispetto per il lavoro «di tutta la magistratura, non solo di una parte - puntualizza - contrariamente a quanto fanno altri». Infine, «ribadiamo la volontà del governo e del Ccr di costituirsi parte civile negli eventuali procedimenti giudiziari - sottolinea lo stesso governo - a tutela dello Stato e di tutti i contribuenti». E ancora: «Rimarchiamo inoltre la nostra volontà, più volte manifestata, di confrontarci sulle prospettive di rilancio del sistema finanziario e su quali siano i giusti gradi di autonomia di Bcsm in ottica di una eventuale revisione del suo Statuto».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui