Banca Cis San Marino, Bonfatti: "Blocco pagamenti evita una situazione di crisi irreversibile"

San Marino

SAN MARINO. Il blocco dei pagamenti di Banca Cis si è reso necessario per evitare «una situazione di crisi irreversibile», ma il provvedimento non interferirà sugli accrediti di stipendi della Pa, previsti nella giornata di oggi, nè «sulle disponibilità in generale, successive al blocco stesso, quindi già accreditate». Parimenti, «nessun rischio» incorrono i fondi pensione presenti nell’istituto. All’indomani del provvedimento di «tamponamento» dei depositi del Cis, il commissario straordinario Sido Bonfatti, da appena tre giorni operativo sul Titano, affiancato dal neo direttore Pier Paolo Fabbri, dal vice Sandro Spadoni e dai tre membri del comitato di sorveglianza, ne spiega le ragioni e guarda al prossimo futuro della banca di fronte ai cronisti, convocati nella sede centrale di Serravalle.

Bonfatti chiarisce quindi come il rischio di crisi irreversibile sia stato sventato con il provvedimento adottato a seguito delle volontà manifestate da «alcuni depositanti di rilievo» di ritirare le somme lasciate in custodia all’istituto.

Rischio consumo liquidità

Questi operatori «sono sammarinesi e istituzionali», non clienti comuni dunque, chiarisce il commissario. La loro eventuale iniziativa in tal senso avrebbe «assorbito largamente l’afflusso dei depositi regolari - prosegue il professore - e consumato liquidità». Di qui la richiesta a Bcsm di procedere con la sospensione, poi concessa. I disagi non riguarderanno gli stipendi per i dipendenti pubblici, sottolinea, poichè «i pagamenti accreditati domani sono interamente spendibili». Nei prossimi giorni, dopo una valutazione più precisa della situazione di liquidità dell’istituto, il commissario anticipa di voler avvelersi del provvedimento che, in stato di sospensione dei pagamenti prevede comunque una soglia di importo che può essere derogata dal blocco entro un lasso di tempo definito.

Fondi pensione in deposito

Bonfatti offre poi rassicurazioni sui Fondi pensione in deposito a Cis: in primis, allontana possibili associazioni tra i «depositanti di rilievo» per cui si è proceduto al blocco dei pagamenti e i gestori dei Fondi. «Il loro ruolo è talmente importante - fa sapere - che sono convinto non avrebbero mai dato corso alla disposizione di trasferimento, per responsabilità e per convenienza». Infatti, un loro ritiro avrebbe portato direttamente a una liquidazione coatta, con tutto quello che ne consegue per i creditori. Quindi allontana timori su possibili rischi per i fondo pensione: «Noi parliamo di deficit di liquidità non di deficit patrimoniale, il loro debito sarà rimborsato e il provvedimento di sospensione dei pagamenti non mette in discussione che i depositi siano pagati prima o poi». Smentisce anche le cifre circolate sulla stampa sul loro ammontare: «I fondi sono largamente inferiori ai 100 milioni di euro».

Il caso Daniele Guidi

Sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex ad e dg di Banca Cis, Daniele Guidi, preferisce astenersi da ogni giudizio per mancanza di elementi, ma ci tiene a smarcare le cause, tuttora non conosciute, dall’amministrazione straordinaria dell’istituto. «Per un’azienda l’indisponibilità immediata di un direttore generale che è anche amministratore delegato conduce a una crisi di governance estrema perciò metterei in guardia dalle correlazioni indimostrate tra ciò che è capitato all’ad e la condizione della banca». A riguardo, interviene anche Fabbri per ribadire che alla banca «non è stato notificato nessun tipo di addebito».

Asset caso diverso

Sul destino di Cis, il commissario Sido Bonfatti allontana l’ipotesi di una «chiusura d’emblèe» anche perchè Cis «non è una banca insignificante» e spiega che come in tutti i casi analoghi, le possibili vie di uscita dalla crisi possono passare per una eventuale ricapitalizzazione della proprietà, o per una soluzione di mercato o per una soluzione di sistema, con il rafforzamento attuato dallo Stato. Quale che sarà la soluzione, il commissario auspica sia decisa entro i 90 giorni massimi possibili per il blocco dei pagamenti.

Appello alla politica

A riguardo, lancia un appello alla politica affinchè si tenga pronta: «Cominci a pensare che, se non funzionasse la soluzione fisiologica, né quella di mercato - manda a dire - bisogna valutare per tempo una soluzione di sistema». Non solo: alla politica il commissario rivolge un’altra richiesta, di reiterare il provvedimento scaduto a fine 2018 a sostegno delle banche in difficoltà a cui si consentiva di accedere a finanziamenti di Banca centrale con garanzia statale. Una possibilità che sarebbe stata alla portata di Cis se la crisi fosse caduta solo un mese prima. Infine, il Dg Fabbri, rispondendo ai cronisti, segna le distanze dalla vicenda Asset. «Stiamo lavorando - rassicura - per riportare la banca alla situazione di ordinarietà». In questo caso, «l’amministrazione straordinaria non è nata da un intervento di Banca centrale su Cis - puntualizza - ma per senso di responsabilità del consiglio di amministrazione stesso, valutate le possibili conseguenze sulla banca delle vicende del suo Ad e Banca centrale ha accolto favorevolmente iniziativa». Asset e Cis, conclude, sono due casi «completamente diversi».

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