Esame di maturità, a San Marino sparisce la terza prova

San Marino

SAN MARINO. Nella seduta consiliare di lunedì scorso è stata approvata una legge che introduce significative innovazioni nelle modalità di svolgimento dell’esame di maturità. «La normativa – sottolinea una nota della Segreteria all’Istruzione – approvata in tempi rapidi e con ampia condivisione, si è avvalsa dell’importante contributo dei docenti della scuola secondaria Superiore». Duplice l’obiettivo del testo di legge: garantire una sostanziale omogeneità fra le modalità adottate recentemente in Italia e quelle sammarinesi, per agevolare gli studenti nel passaggio da un sistema d’istruzione all’altro, e mantenere le specificità che caratterizzano la nostra scuola superiore.

In sintesi, i principali cambiamenti introdotti interessano in parte i criteri di ammissione all’esame, «per cui – spiega la Segreteria – ai candidati interni sarà richiesta una frequenza non inferiore a tre quarti del monte orario dell’ultimo anno, e in misura più consistente le prove di esame e l’attribuzione del credito scolastico». Per quanto riguarda le prove d’esame, la principale innovazione riguarda la soppressione della terza prova, che verteva su più discipline. «Anche a parziale compensazione di ciò, la seconda prova, quella caratterizzante l’indirizzo degli studi, potrà avere per oggetto una o più discipline». Resta invariata la prima prova di italiano.

«Relativamente al colloquio orale, si è cercato di individuare modalità di svolgimento che valorizzino il profilo culturale dei ragazzi, la loro effettiva capacità di utilizzare le conoscenze apprese nel percorso scolastico ed anche extrascolastico, tenendo conto anche delle esperienze significative, per la loro crescita, condotte in altre realtà che con la scuola condividono obiettivi educativi e formativi».

Infine si è intervenuto sui criteri di attribuzione del punteggio relativo alle prove d’esame e al credito scolastico. «Nel complesso è stata ridotta l’incidenza, in termini di punteggio, delle prove d’esame, che varranno complessivamente 60 punti e non più 75, dando maggiore rilievo al credito scolastico maturato nel corso del triennio, il cui punteggio viene così incrementato fino a un massimo di 40 punti, a fronte dei precedenti 25. In tal modo si è ridotta l’incidenza di prove d’esame la cui buona riuscita, a volte, può essere in parte pregiudicata dai fattori emotivi».

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