Evasori, giro di vite a San Marino. Caccia aperta furbetti del Fisco

San Marino

SAN MARINO. È un'azione decisa contro i redditi sommersi, quella che il Governo ha intenzione di portare avanti già dai primi mesi dell'anno. La nuova Legge di Bilancio prevede una puntuale programmazione annuale degli accertamenti fiscali, che saranno svolti secondo precisi criteri selettivi e sulla scorta di informazioni che deriveranno dall'incrocio dei dati informatici. La Legge modifica la composizione e le funzioni dell'apposita Commissione, presieduta dal direttore del Dipartimento Finanze e composta dai dirigenti degli uffici competenti: Tributario, Centrale di Collegamento e Attività di Controllo e ne amplia gli strumenti operativi.

Pugno duro

L'intento è quello di far emergere quei redditi fino ad ora non dichiarati, per garantire non solo un necessario equilibrio dei conti pubblici, ma anche per perseguire una doverosa equità e giustizia sociale. Le nuove norme, una volta approvata la Legge di Bilancio, prevedranno pene più severe per i furbetti del Fisco. La legge, infatti, abbassa considerevolmente la soglia di punibilità sulla base della quale interviene la denuncia penale; i controlli bancari saranno più semplici in territorio e fuori territorio ed inoltre è stata prevista la possibilità dell’emanazione di apposito Decreto Delegato che preveda l’introduzione della fatturazione elettronica.

La rivoluzione

Entro il prossimo 30 aprile, gli uffici Informatica, Statistica e Tributario, dovranno perfezionare gli strumenti operativi in grado di acquisire e rielaborare tutte le informazioni utili agli accertamenti fiscali e all'individuazione di “aree di rischio”, valutando gli indicatori economici, patrimoniali e finanziari dei contribuenti.

«Sempre per una ragione di equità fiscale – dichiara il segretario di Stato alle Finanze, Eva Guidi – è nostra intenzione far emergere i capitali detenuti all’estero e non dichiarati dai contribuenti. Per farlo, faremo ricorso allo scambio automatico di informazioni previsto negli accordi internazionali, facendo diventare uno strumento utile al nostro Paese quel dispositivo di trasparenza a cui ci siamo uniformati da tempo, tanto temuto e demonizzato da chi invece aveva interesse a non seguire la strada della collaborazione fra gli Stati contro l'evasione fiscale e la lotta al terrorismo».

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