San Marino, la minoranza rilancia due nuovi quesiti su fondi pensione e legge elettorale

San Marino

SAN MARINO. L’opposizione “raddoppia” la posta referendaria, presentando altri due quesiti, mentre continua la raccolta firme per quelli su Aass e divieto di trasformare credito di imposta in debito pubblico. Il primo nuovo quesito è la riproposizione in una nuova formula di quello ritenuto inammissibile dal Collegio dei garanti sulla legge elettorale. Il secondo riguarda la segregazione dei fondi pensione in modo che siano intoccabili rispetto a ipotesi di indebitamento pubblico, cosi’ come garantiti in caso di eventuale fallimento degli istituti bancari in cui sono depositati. Dalla sede del Pdcs, Luca Beccari insieme a rappresentanti di Dim, in qualità di comitati promotori illustrano alla stampa i contenuti dei nuovi referendum. In particolare, Emanuele Santi, Mdsi, sottolinea l’importanza di quello sui fondi pensione «che non possono essere usati per chiudere i buchi delle banche». Andrea Giani di Rete ribadisce che lo scopo del referendum è «mettere in sicurezza i gioielli di famiglia», di fronte a politiche che «ci stanno portando a un’indebitamento irreversibile». Il nuovo quesito quindi si pone in linea con quello per la difesa di Aass e contro la conversione del credito di imposta in debito pubblico. In dettaglio, il principio della segregazione dei fondi pensione è presente nell’ordinamento sammarinese dal 2011, ma mai attuato. «Qualora il quesito venga accolto - spiega - si chiede che ogni anno il 10% dei fondi pensione venga messo in sicurezza attraverso la segregazione del fondo stesso, fino all’ammontare complessivo dei fondi». Beccari passa a illustrare il referendum in materia elettorale: «Il quesito precedente è stato ritenuto inammissibile dai Garanti per la parte relativa all’applicazione del premio di maggioranza». Quindi, «abbiamo trovato una formulazione che dovrebbe recepire le indicazioni del Collegio garante ma mantenere la sostanza». Ovvero, con la nuova versione si chiede di modificare la legge elettorale «andando a prevedere che al primo turno sia possibile, per le forze politiche che non hanno raggiunto il 51% dei voti, ma che hanno la maggioranza dei seggi, ottenere il mandato dalla Reggenza per 15 giorni per formare una maggioranza attraverso la collaborazione di altre liste o coalizioni elette al primo turno». E diversamente dalla proposta precedente, «questa alleanza non dà luogo all’applicazione di nessun premio di maggioranza». Altra differenza rispetto al quesito originario è che manca la parte relativa all’innalzamento della soglia di sbarramento.

Aass e credito d’imposta

«Per questo referendum - spiega Santi - servono 1030 firme ma contiamo di completare a breve la raccolta, in Finanziaria il governo ha indicato il loro recepimento, ma non ci fidiamo». Infatti anche se i due articoli relativi «così come sono stati scritti- sottolinea Giani - sembrano recepire in pieno la nostra volontà», la minoranza teme un «blitz dell’ultimo minuto» in seconda lettura.

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