A San Marino sì bipartisan alle unioni civili

San Marino

SAN MARINO. Con un insolito applauso, il Consiglio grande e generale ha accolto giovedì notte, a larga maggioranza l’approvazione, con 40 voti favorevoli, 4 contrari e 4 astenuti, del progetto di legge di iniziativa popolare sulle unioni civili.

Nel descrivere quel momento di euforia diffusa tra i banchi e la tribunetta di Palazzo Pubblico, ieri, a lavori consiliari conclusi, Marina Lazzarini, Ssd, nel corso della conferenza stampa della maggioranza, è ancora emozionata per quello che definisce «un momento storico» per la piccola Repubblica di San Marino. D’ora in avanti quindi le unioni civili per persone di sesso diverso o uguale, sono realtà anche sul Titano che in un recentissimo passato considerava l’omosessualità addirittura un reato. Lazzarini si dice orgogliosa di essere tra i 40 consiglieri che hanno espresso voto favorevole, numero più ampio della maggioranza Adesso.sm. E, come spiega Jader Tosi di Civico 10, alla luce dello scontro ormai filo conduttore dei lavori consiliari, una tale adesione bipartisan non era scontata: «Una politica litigiosa e senza il coraggio di mettersi al tavolo ha segnato un cambio di passo - sottolinea - e iniziato a ragionare su un argomento importante per la società».

Un segnale che fa bene sperare, prosegue, per i lavori consiliari della prossima settimana, in cui è prevista la prima lettura del Bilancio.

Lazzarini ci tiene a rispondere ai «delatori su facebook» che rimarcano come la legge non sia «farina del sacco» della maggioranza, in quanto di iniziativa popolare.

«Il dibattito ufficiale sulle unioni civili è iniziato il 28 luglio 2017, alla festa della libertà di Ssd - precisa - la legge è stata presentata il 18 dicembre 2017, quindi è un po’ di tutti».

Sottolinea poi quanto lavoro e confronto ci sia stato tra maggioranza e comitato presentatore del progetto di legge: «Nella proposta iniziale c’erano delle criticità che sono state risolte - chiosa - la legge non è stata snaturata».

Con l’esito finale di un testo condiviso dalla Commissione pari opportunità che è «risultato positivo di tutta la Repubblica». Lazzarini spiega infine l’impegno preso da tutto l’arco parlamentare per arrivare a breve a una modifica degli Statuti, come da sollecitazione di un ordine del giorno presentato da Dim, Psd e Ps, per aggiungere il divieto di discriminazione per l’orientamento sessuale a livello costituzionale.

«Una legge costituzionale non può essere modificata da un ordine del giorno, nè da una legge ordinaria - chiarisce - ecco perchè ci siamo impegnati ad andare avanti con una legge qualificata per aggiornare un articolo della nostra Costituzione».

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