San Marino, in Consiglio due progetti di legge sui diritti degli italiani residenti
Così, alla vigilia dell’avvio della sessione consiliare, il vicepresidente del Comites San Marino Alessandro Amadei invita, in una nota, le forze politiche del Titano ad accogliere le richieste contenute nei due progetti di legge a favore degli stranieri residenti a San Marino da almeno cinque anni che saranno discussi nei prossimi giorni dal Consiglio Grande e Generale.
«Già da tempo - spiega il rappresentante del Comitato degli italiani residenti all’estero di San Marino - il Comites ha aperto un confronto con la politica e con la popolazione sammarinese sui temi in questione, suscitando un vivo interesse nei propri interlocutori».
Per questo motivo, Amadei si dice fiducioso che «in Consiglio Grande e Generale si venga a determinare un’ampia convergenza sulle proposte del Comites, a dimostrazione della reale volontà della politica di voltare pagina ed intraprendere un necessario percorso verso il cambiamento, così come richiesto dalla popolazione».
In dettaglio, il pdl “Modifica alla legge sulla cittadinanza in materia di naturalizzazione” punta ad «ammodernare il contenuto» delle norme che disciplinano la cittadinanza. «Il punto cruciale della riforma - spiega la relazione al progetto di legge - è l’eliminazione del dovere di rinuncia alla cittadinanza di provenienza come requisito per ottenere cittadinanza sammarinese per naturalizzazione».
Disparità da abbattere
È infatti in vigore una «disparità di trattamento tra cittadini sammarinesi naturalizzati rispetto a quelli di nascita - prosegue il testo - ai quali la normativa vigente consente di mantenere la doppia cittadinanza nel caso uno dei due genitori sia straniero».
Come spiegano i promotori del pdl, nella maggior parte dei paesi europei non è previsto l’obbligo di rinuncia alla cittadinanza originaria, «diversamente significa negare a un individuo le proprie origini».
E su questo punto anche l’Ecri, Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, già nel 2013 aveva mosso una “raccomandazione” a San Marino affinchè fosse eliminato l’obbligo di rinuncia.
«25 anni sono troppi»
Altra proposta di modifica della normativa sulla cittadinanza riguarda la riduzione del numero di anni di dimora effettiva e continuativa in Repubblica richiesti per poter avanzare richiesta di acquisizione della cittadinanza. Ad oggi il requisito è di 25 anni, mentre il Pdl propone di abbassarli a 15 per gli stranieri e a 10 per i coniugi stranieri di sammarinesi. E anche su questo punto il rapporto di Ecri aveva gia’ ricordato a suo tempo alle autorità sammarinesi che la maggior parte dei paesi europei richiedono a tal riguardo una durata di residenza tra i 5 e i 10 anni, «come previsto dalla Convenzione europea della cittadinanza».
Eletti ed elettori
Il secondo progetto di legge “Modifica alla legge sulle Giunte di Castello” invece estende ai residenti stranieri residenti da almeno 5 anni la possibilità di essere eletti ed elettori, come membro di Giunta e come Capitano di Castello (in elezioni analoghe alle amministrative italiane). Amadei sottolinea infine che «dal 2000, anno in cui è stato introdotto l’impianto normativo che disciplina la materia della cittadinanza, lo scenario sociale e culturale è profondamente cambiato e quindi - fa notare - i tempi sono sicuramente maturi affinchè la politica dia delle risposte concrete alle mutate esigenze della popolazione».
In un contesto simile inoltre, «si inseriscono le raccomandazioni dell’Ecri - prosegue il vicepresidente - che suggeriscono alle autorità sammarinesi maggiore flessibilità nel riconoscimento della doppia cittadinanza e l’introduzione del diritto di elettorato attivo e passivo alle elezioni amministrative a favore degli stranieri residenti a San Marino». Le sollecitazioni che provengono dall’Europa pertanto «non vanno certo trascurate - termina Amadei - bensì devono essere intese come stimolo a rilanciare gli ideali di libertà, democrazia e integrazione sui quali la nostra amata Repubblica fonda le proprie radici».