Dona il rene al figlio, intervento riuscito

Rimini

 

SAN MARINO. «Gli ho detto: sei contento che mamma ti ha dato un rene? Mi ha risposto: preferivo quello del babbo». E giù a ridere, mentre implora di non farla divertire troppo, «ché i punti mi fanno male». Morena Ranocchini, 47 anni, è così: appena 12 ore dopo aver sopportato un intervento durato oltre mezza giornata, ieri pomeriggio già rideva contenta. «E bada che la morfina non la prendo più da stamattina, eh», ironizzava.

Ha donato un rene a suo figlio Gregorio, otto anni, affetto dalla rara Glomerulo sclerosi focale che i medici gli hanno diagnosticato ad appena 11 mesi di vita e che gli ha provocato il collasso del rene e la totale dipendenza dalla dialisi. I due sono ora ricoverati nel reparto di Terapia intensiva all’ospedale Santa Chiara di Pisa, dove a condurre l’intervento di trapianto incrociato è stato il professor Ugo Boggi che segue il piccolo Greg (così lo chiamano tutti) da un anno. L’intervento è tecnicamente riuscito, ma ora comincia la parte più dura. E qui, Morena si fa seria, come le capita di rado: «Qui non si sbilanciano, vedremo il decorso post operatorio e aspettiamo, ma abbiamo contato di stare lontani da casa un paio di mesi almeno». Morena, Greg assieme a papà Luca Guidi e all’altra figlia Federica, vivono a Serravalle. Luca, che li ha seguiti a Pisa, fa il gendarme: è nel Corpo che ha conosciuto Morena, anche lei militare che ha lasciato la divisa dopo la scoperta della malattia del secondo figlio. Gregorio è in cura praticamente dalla nascita: quando aveva appena quattro anni, era già stato sottoposto a un trapianto di rene, ma dopo il rigetto l’avanzamento della malattia l’ha condannato alla dialisi. Prima con una macchina attaccata al suo corpicino minuscolo tutta la notte, poi finalmente con un percorso “normale” in ospedale, a giorni alterni. E’ stata poi l’équipe del professor Boggi a parlare per la prima volta alla famiglia Guidi della possibilità del trapianto incrociato: un percorso lungo, lunghissimo, iniziato a luglio scorso coi primi controlli. Poi il mese scorso le ultime analisi e, infine, dieci giorni fa il trasferimento da San Marino a Pisa per la lunga preparazione all’intervento, effettuato mercoledì.

Morena è in piedi già da ieri pomeriggio: «Il dottore mi ha detto che è ora che mi vada a fare una passeggiata - scherza come al solito - ma si sta così bene a non far nulla». Non è una sorpresa, per chi la conosce, tutta questa verve: la famiglia Guidi aspettava questa chance da una vita. E «mi sembra normale che sia io a donare il mio rene a mio figlio, una cosa “normale”». Già, come togliersi un sasso dalla scarpa. «Ora lo tengono sedato, è qui al mio fianco - spiega lei -: mi ha solo allungato un braccio, ma non è lucido. Ogni tanto, ha brevi momenti di coscienza». Quanto a lei, appena sveglia, ha pubblicato sul profilo Facebook la sua foto nel letto d’ospedale: è sorridente ma visibilmente provata. Alle sue spalle, il chirurgo che li ha operati. E giù una pioggia di commenti e l’attenzione di mezza San Marino. «Ho già fatto ridere tutti qui - continua lei -, ma non sono ancora in forma, dai. Ora voglio stare con Greg». Già, ma forse “basta” un rene per due per stare insieme tutta la vita.

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