«Priorità, aiuti alle famiglie senza lavoro»
I Capitani reggenti Anna Maria Muccioli e Giancarlo Capicchioni hanno infatti ricordato che il 2013 «è stato un anno difficile per il protrarsi di una crisi che anche nel nostro Paese ha inciso negativamente sulle attività economiche e sull’occupazione con pesanti ripercussioni sul bilancio dello Stato». Proprio per questo motivo «è stato necessario assumere la responsabilità di decisioni sofferte e di misure impegnative per contenere il disavanzo pubblico ma soprattutto per creare fondamenta più solide per una sana crescita del nostro Paese e aumentarne la competitività e l’attrattività, nel pieno rispetto degli standard internazionali».
Per perseguire quest’ultima strada, ha proseguito la Reggenza, «si dovrà proseguire quel percorso virtuoso di trasparenza e legalità intrapreso con determinazione che ha già portato il nostro Paese ad una rinnovata credibilità e fiducia da parte degli Organismi internazionali e che dovrà essere in grado di porre la nostra comunità al riparo da qualunque fenomeno distorsivo del suo assetto economico e sociale». E non solo: «La solidarietà tra i cittadini e tra le generazioni - hanno precisato i Capitani Reggenti - deve essere richiamata quale vincolo sociale fondamentale per assicurare la coesione sociale della nostra comunità, individuando e realizzando gli interventi più appropriati per garantire ai nostri giovani un progressivo ingresso nel mondo del lavoro e il reinserimento di coloro che hanno perso l’occupazione e per non mettere in discussione quello stato sociale che rappresenta una conquista di civiltà e un diritto fondamentale per il popolo sammarinese».
Un’altra strada da percorrere per uscire dalle difficoltà è stata ricordata nel messaggio di fine anno. Ovvero: puntare sulla cultura. «Dobbiamo dedicare ogni sforzo per far sì che la nostra Repubblica possa crescere come società basata sulla conoscenza, sulla cultura e sulla piena valorizzazione del capitale umano», hanno proseguito Capitani Reggenti, «e ciò significa valorizzare le intelligenze, investire in formazione e ricerca, per essere pronti ad aprirsi al mondo e ad affrontare le sfide del presente e del futuro». Solo così, infatti, «si potrà non solo dare una risposta ai giovani che si interrogano con incertezza sulle loro prospettive, ma anche alle esigenze di un popolo che, fiero e orgoglioso della propria identità, dovrà essere sempre più capace di proiettarsi in uno scenario mondiale».