Banca di San Marino, Cassa Faetano dice no alla fusione con Cassa di Risparmio

Rimini

SAN MARINO. Questo matrimonio non s’ha da fare: 131 soci dell’Ente Cassa Faetano - fondazione che detiene il 90% delle azioni di Banca di San Marino - chiedono un’assemblea straordinaria per fermare «qualsiasi genere di integrazione» fra Bsm e Cassa di Risparmio di San Marino. Dalla sede dell’Ente, cinque soci si fanno portavoce dei 131 firmatari della richiesta inviata al presidente, Maurizio Zanotti, e al cda della fondazione.

Giuseppe Guidi, Pier Marino Bacciocchi, Marino Maiani, Joseph Guidi e Riccardo Mularoni spiegano le preoccupazioni per il futuro. Giuseppe Guidi, ex presidente di Bsm, sottolinea che la loro iniziativa è dettata unicamente «dalla volontà di lasciare la banca così come è - puntualizza - ovvero l’unica banca ad azionariato diffuso senza padroni».

I soci raccontano poi di come sia stata una doccia fredda la notizia, del mandato a KPMG per uno studio di integrazione tra Bsm e Crrsm. Eppure solo un mese prima, all’assemblea degli azionisti del 4 agosto, spiegano, l’amministratore delegato di Banca di San Marino, Domenico Lombardi, aveva smentito le voci di fusione. Non convince neanche la motivazione dell’operazione: «Dicono che la fusione serva per affrontare la finanza internazionale - stigmatizza Guidi - è una favola a cui nessuno crede». Ma soprattutto, a preoccupare i soci è la scelta del partner: «Perché - chiedono - fondersi proprio con Cassa di Risparmio?».

Elencano le problematiche note della banca di Stato: i 534 milioni di euro da ricapitalizzare, il «turn over incredibile del management», l’integrazione «non chiara» avuta con Asset. Dubbi ci sono anche sulla scelta di procedere con un solo studio di fattibilità dell’integrazione, affidato a KPMG, mentre per loro Bsm avrebbe dovuto procedere con una seconda due diligence, propria, per poi compararla. Ci sono «troppi elementi di opacità» cui si è aggiunta, proseguono, la scelta di diffondere la notizia dell’incarico dato a KPMG che, come conseguenza, ha avuto «una fuga importante di capitali dall’istituto di Faetano», spiegano i soci, che però non è stato possibile quantificare perché la banca non avrebbe fornito all’Ente dati. Bacciocchi rimarca la differenza tra Bsm e Cassa: la prima è «una realtà radicata nel territorio, una banca privata, senza padroni», la seconda invece è la «banca di Stato, o meglio del governo, telecomandata dalla politica». Di fronte a tutto ciò, sono forti le perplessità per la fusione di Cassa con «una banca consolidata come Bsm».

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