«Unioni civili, dubbi sugli emendamenti dalla maggioranza»

San Marino

SAN MARINO. Il progetto di legge sulle unioni civili prosegue la sua corsa all’ultimo step normativo: la Commissione pari opportunità interviene per salutare con soddisfazione l’approvazione del provvedimento in Commissione consiliare, ma non nasconde le sue perplessità. In una nota, l’organismo che ha collaborato con il comitato promotore del Progetto di legge di iniziativa popolare, e ha presenziato ai lavori della stessa Commissione di mercoledì scorso, sottolinea l’importanza della normativa che «concede per la prima volta nella storia di San Marino parità giuridica e pari diritti alle coppie omosessuali». A fine seduta, «la Cpo - spiega la nota della Commissione pari opportunità - ha espresso la propria soddisfazione per l’approvazione della legge ad ampia maggioranza, con 12 voti favorevoli su 14 presenti, che ha segnato un momento storico per la Repubblica di San Marino». Tuttavia, prosegue la nota, «non nasconde perplessità» su due emendamenti della maggioranza. In primis, quello dell’introduzione delle pubblicazioni previste per il matrimonio anche per le unioni civili: poiché «tale emendamento - motiva l’organismo - appesantisce una legge volutamente snella e che potrebbe persino configurare una violazione della privacy riguardante l’orientamento sessuale dei contraenti dell’unione civile». Inoltre, la Commissione pari opportunità «esprime preoccupazione - manda a dire - per l’emendamento presentato e approvato dalla maggioranza che sostituisce il comma di coordinamento del testo originario». La versione presentata dai promotori infatti «rimandava automaticamente alle norme riguardanti i coniugi o termini equivalenti per tutte le materie non espressamente trattate dal progetto di legge», in modo che «alle persone unite civilmente fosse consentito di accedere in modo paritario alle numerose leggi, senza doverle nuovamente citare o normare, che regolamentano ogni aspetto della vita delle coppie sposate o conviventi per più di 15 anni». Diversamente, «l’articolo 10 bis introdotto dalla maggioranza in sostituzione del comma di coordinamento proposto dal Comitato promotore - spiega la Cpo - è un rimando generico di difficile comprensione che potrebbe rendere l’unione civile un istituto nebuloso e fragile, con il rischio per i contraenti di imbattersi quotidianamente in mille dubbi burocratici e normativi».

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