Spending review, Csu: «Va colpita l’evasione non gli stipendi pubblici»

San Marino

SAN MARINO. È muro contro muro tra sindacato e governo nella trattativa sulla spending review, in particolare sulla nuova proposta dei tagli per scaglioni agli stipendi nella Pa. I segretari delle Federazioni Pubblico impiego della Csu, Alessio Muccioli per la Csdl, e Milena Frulli per la Cdsl, promettono battaglia per respingerla. «Nell’ultimo incontro con l’esecutivo - spiegano - non ci sono stati passi in avanti, dopo una serie di provvedimenti che hanno già colpito i salari pubblici e 10 anni senza rinnovo contrattuale, il governo insiste sulla linea dei tagli alle retribuzioni». Tramontata l’idea iniziale, «perchè inapplicabile», del taglio dell’orario settimanale, «la nuova proposta e’ quella di un taglio dell’1,5% per gli stipendi fino a 1.500 euro, del 3,5% per le retribuzioni da 1.500 a 2.500 euro e si procede con aliquote che si innalzano progressivamente per scaglioni di 500 euro». Per i segretari di Fupi-Csdl e Fpi-Cdls è una scelta sbagliata: «Il Governo a parole dice di essere favorevole ad una serie di riduzioni di spesa derivate da razionalizzazioni e da una revisione delle convenzioni e degli appalti nei fatti però continua a proporre elementari politiche di taglio lineare sui soli salari pubblici, cosa che innescherebbe una lesione dei diritti contrattuali oltre ad un ulteriore aggravio della capacità di spesa delle famiglie sammarinesi e quindi a tutta l’economia».

Gli ultimi numeri dell’Ufficio Statistica, ricordano Muccioli e Frulli, purtroppo confermano un netto calo dei redditi e dei consumi: «Nel 2016 il reddito medio delle famiglie era pari a 42.200 euro, mentre nel 2017 è sceso a 38.900, pari a uno sconfortante -7,8%». Negativa anche la dinamica dei consumi, dato che nel 2017, ricordano dalla Csu, si è registrato un calo della spesa media mensile delle famiglie del 3,1% rispetto al 2016. «Durante gli incontri - continuano i segretari del Pubblico impiego - abbiamo avuto l’impressione che per l’Esecutivo il pareggio di bilancio sia divenuto come un mantra, dimenticando così il paese reale». Infatti, «l’obiettivo del pareggio di bilancio non può trascurare i bisogni delle persone e delle imprese». Inoltre, rimarcano «la necessità di bilanciare i sacrifici del risanamento tra tutte categorie socio-economiche del Paese», che si traduce nel «combattere seriamente la piaga dell’elusione e dell’evasione fiscale».

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