Senza esito le ricerche degli evasi da San Marino. Aperta un’inchiesta sulla gendarmeria

SAN MARINO. La certezza. Achille Lia, 50 anni e Albano Ahmetovic, 32, evasi domenica dai Cappuccini dopo aver ferito un gendarme di guardia che guarirà in 7 giorni, fino al loro incontro in carcere non si erano mai frequentati. E questo nonostante la professione comune: entrambi stavano scontando pene per furto. Quindi le loro strade non è da escludere possano essersi già divise. Anche perché Ahmetovic, nomade di origini sinti, sul Titano si era rifugiato da detenuto in fuga dagli arresti domiciliari a Rimini, dove aveva rimediato la condanna a tre anni e due mesi per tre colpi messi a segno con due cugini nel dicembre del 2016.

Caccia serrata

Anche ieri gendarmeria, polizia civile (che si è avvalsa anche dell’aiuto di un cane addestrato nelle ricerca di persone), guardie di rocca, hanno battuto palmo a palmo il territorio. In particolare sono stati setacciati il centro storico ad Aquaviva e in zona Montalbo-Santa Mustiola. Si è cercato anche la notte con personale dotato di visori notturni. Operazioni rese complicate dalla folta vegetazione e dalla particolare conformazione del territorio sammarinese. Importante la collaborazione, massima, data dalle forze dell’ordine italiane. Anche ieri gli elicotteri di polizia e carabinieri, hanno a lungo sorvolato il Titano. L’impegno italiano è massimo anche sul campo. Particolare attenzione è data alla confinante Valmarecchia, dove tutte le pattuglie dell’Arma sono state mobilitate nelle ricerche dei fuggitivi. Controlli sono stati estesi fino a Rimini, città che Albano Ahmetovic conosce a menadito e dove può contare su solide amicizie.

Avvistamenti

Come accade sempre in questi casi, sono diverse le segnalazioni arrivate in queste ore alle forze dell’ordine. Una, quella che sembra più attendibile anche se non ha trovato conferme ufficiali, vorrebbe il bosniaco recuperato da un'auto con targa italiana all'altezza della rotonda del Torello. Ahmetovic che è particolarmente attivo su Facebook, dove ha due profili; in uno si chiama “Bravo ragazzo”, cosa che stride un po’ con la sua lista di precedenti: furto aggravato, ricettazione, minacce, porto abusivo d'armi. Il suo ultimo post il giorno di Ferragosto, quando è stato arrestato dalla polizia civile.

Responsabilità

Maurizio Faraone, comandante della Gendarmeria, comunica ufficialmente che è stata, altresì, avviata una procedura ispettiva interna, tuttora in corso, volta a determinare con chiarezza le dinamiche dell’evasione, sottolineando che la custodia dei detenuti nel carcere di San Marino e la sua direzione sono affidate a militari della Gendarmeria su disposizione del Comandante del Corpo al quale, pertanto, vanno ricondotte le carenze che possono aver favorito la fuga dei detenuti.

Scopo dell’ispezione, ovviamente, è, alla luce delle criticità emergenti, quello di adottare con celerità i correttivi necessari.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui