Senza esito le ricerche degli evasi da San Marino. Aperta un’inchiesta sulla gendarmeria
Caccia serrata
Anche ieri gendarmeria, polizia civile (che si è avvalsa anche dell’aiuto di un cane addestrato nelle ricerca di persone), guardie di rocca, hanno battuto palmo a palmo il territorio. In particolare sono stati setacciati il centro storico ad Aquaviva e in zona Montalbo-Santa Mustiola. Si è cercato anche la notte con personale dotato di visori notturni. Operazioni rese complicate dalla folta vegetazione e dalla particolare conformazione del territorio sammarinese. Importante la collaborazione, massima, data dalle forze dell’ordine italiane. Anche ieri gli elicotteri di polizia e carabinieri, hanno a lungo sorvolato il Titano. L’impegno italiano è massimo anche sul campo. Particolare attenzione è data alla confinante Valmarecchia, dove tutte le pattuglie dell’Arma sono state mobilitate nelle ricerche dei fuggitivi. Controlli sono stati estesi fino a Rimini, città che Albano Ahmetovic conosce a menadito e dove può contare su solide amicizie.
Avvistamenti
Come accade sempre in questi casi, sono diverse le segnalazioni arrivate in queste ore alle forze dell’ordine. Una, quella che sembra più attendibile anche se non ha trovato conferme ufficiali, vorrebbe il bosniaco recuperato da un'auto con targa italiana all'altezza della rotonda del Torello. Ahmetovic che è particolarmente attivo su Facebook, dove ha due profili; in uno si chiama “Bravo ragazzo”, cosa che stride un po’ con la sua lista di precedenti: furto aggravato, ricettazione, minacce, porto abusivo d'armi. Il suo ultimo post il giorno di Ferragosto, quando è stato arrestato dalla polizia civile.
Responsabilità
Maurizio Faraone, comandante della Gendarmeria, comunica ufficialmente che è stata, altresì, avviata una procedura ispettiva interna, tuttora in corso, volta a determinare con chiarezza le dinamiche dell’evasione, sottolineando che la custodia dei detenuti nel carcere di San Marino e la sua direzione sono affidate a militari della Gendarmeria su disposizione del Comandante del Corpo al quale, pertanto, vanno ricondotte le carenze che possono aver favorito la fuga dei detenuti.
Scopo dell’ispezione, ovviamente, è, alla luce delle criticità emergenti, quello di adottare con celerità i correttivi necessari.