Scuola e pensioni, il Ps attacca: «Il governo sia attento al metodo»

SAN MARINO. Il Partito Socialista torna ad attaccare il governo. E parte dalla scuola, su cui «non ratificare il decreto in agosto significa iniziare l’anno scolastico con gli effetti di legge in vigore e quindi fregarsene degli insegnanti, delle famiglie, delle 2000 firme e anche dell’intero sindacato che ne chiede il ritiro». L’attacco poi verte sulla riforma delle pensioni, con il «testo chiuso a chiave nel cassetto del Segretario Santi» che sembra «sia stato reso pubblico ad una parte del paese» in concomitanza di un incontro con i sindacati convocato ad inizio agosto. «Non vorremo che la strategia della maggioranza fosse sempre la stessa, lavarsi la coscienza sul confronto con un paio di incontri, prima i sindacati e poi forse le forze politiche per poi trovarci rocambolescamente i primi giorni di settembre con la legge in Consiglio Grande e Generale», scrivono dal Ps.

L’indice poi viene puntato sul Segretario Celli, di cui giudicano «sorprendente» la posizione pubblica in cui dice che tutto va bene.

E ricorda: «Lo scorso anno, in una una calda domenica di luglio, venne convocato un Congresso di Stato per promulgare i famosi decreti urgenti sul sistema bancario, tra cui quello sui titoli che per pochi giorni autorizzava banca centrale a compiere operazioni di acquisto in deroga alla legge. Nessun confronto su quel tema con le forze di opposizione e tanto meno con le forze sindacali, superfluo ricordare che si stava parlando di soldi di tutta la collettività. In questi giorni si verificherà la stessa cosa perlomeno per quanto riguarda il metodo».

L’invito finale, rivolto ad Adesso.sm, è «a porre particolare attenzione al metodo, perché in politica in molti casi il metodo è sostanza e in questi 18 mesi di governo i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, parlano da soli, ogni commento o analisi sarebbero superflui».

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