Anis: piano di stabilità e per lo sviluppo servono coesione e condivisione

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SAN MARINO. Piano di stabilità e per lo sviluppo: servono coesione e condivisione, ma anche un metodo di lavoro più efficace. Dopo la visita dei Capitani Reggenti, il consiglio direttivo di Anis ha incontrato il Congresso di Stato.

Come ribadito alle massime cariche dello Stato - spiega una nota - la situazione impone scelte straordinarie, per cui serve la massima coesione tra tutti gli attori, siano essi politici o sociali.

Anis ha invitato il governo a rivedere l’impostazione del Piano, che non tiene conto di tutte le esigenze dell’impresa e in particolare di quella manifatturiera. Un settore fondamentale per la crescita, ha ricordato Anis, perché capace di trainare l’occupazione, generare gettito per lo Stato e reddito per le famiglie.

L’industria, quindi, ma anche i servizi, il commercio, il turismo, l’edilizia e l’artigianato: l’economia reale deve essere la base su cui costruire lo sviluppo del Paese. «Senza dimenticare il ruolo fondamentale delle banche e del sistema finanziario, che deve assolutamente essere messo subito in sicurezza e dotato di tutti gli strumenti per tornare ad essere quel necessario sostegno all’economia e alle famiglie di San Marino».

Anis ha invitato il governo a condividere una scala di priorità, punto di partenza per un nuovo metodo di lavoro più efficace. La proposta è quella di creare due livelli di lavoro: il primo di condivisione, che coinvolge tutte le parti sociali; il secondo, più tecnico, con gruppi specifici su temi specifici. Le soluzioni trovate in questi gruppi, andranno poi riportate nella riunione plenaria per essere condivise e quindi portate in Consiglio Grande e Generale per l’approvazione.

Obiettivi e proposte per raggiungerli, dovranno quindi essere condivisi nel Piano, senza esclusioni di sorta, come invece sta avvenendo ad esempio con la Spending Review, dove la revisione del contratto dei dipendenti pubblici e altri interventi su orari di lavoro e riorganizzazione della “macchina pubblica” vengono tenuti separati dal tavolo plenario; oppure dalla trattativa con l’Unione Europea, di cui le parti sociali conoscono molto poco sia delle proposte che vengono avanzate, sia delle risposte che vengono date.

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