Credito d’imposta, l’audizione del Comitato non soddisfa nessuno

SAN MARINO. L’audizione del Comitato di Sorveglianza sul credito di imposta, al centro dei lavori della Commissione consiliare Finanze di ieri, non ha soddisfatto le aspettative dei commissari, sia di minoranza che di maggioranza. La relazione redatta dal Comitato e illustrata in Aula da due componenti - Silvia Cecchetti e Irene Lonfernini - è di fatto il primo documento relativo all’attività semestrale prodotta da un organismo nuovo nell’ordinamento sammarinese e il lavoro iniziale è stato, come spiegano all’Aula Cecchetti e Lonfernini, di ricognizione delle norme e di definizione delle procedure per la gestione delle pratiche.

Francesco Mussoni, Pdcs, giudica la relazione insufficiente: «Mancano dati, numeri, percentuali che servono a una commissione per valutare l’incidenza del credito di imposta sul bilancio ci aspettavamo non solo la cronistoria dall’insediamento, ma i risultati». Roberto Ciavatta, Rete: «Non abbiamo nulla qui per capire cosa sta succedendo con il credito di imposta chiedo se avete la disponibilità di fornirci qualche elemento sugli accordi transattivi del 2017, quanti erano precedentemente, come possiamo analizzarli nel corso degli anni, se sono aumentati, quali sono i crediti messi nel calderone del credito di imposta e che tipo di vigilanza c’è sui crediti».

Luca Santolini, C10 si associa alle richieste di dati, rilevando sì dal riferimento del Comitato che prima della sua istituzione «c’erano ambiti di discrezionalità molto elevati nella gestione delle diverse pratiche da parte delle società di recupero crediti». Ma «non si capisce ancora - prosegue - se questa discrezionalità abbia portato a una impennata di cifre del credito di imposta, che è il motivo della creazione del comitato, e ce lo possono dire solo i numeri». Alessandro Mancini,Ps insiste per conoscere «il dato macroeconomico su quali sono stati i recuperi portati a casa e la percentuale». E invita la politica a riflettere sullo strumento del credito di imposta: «Aveva senso in un momento in cui le banche generavano degli utili - osserva - ma quella è una stagione finita, è ancora lo strumento giusto?».

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