Dipartimento di polizia:spunta la figura del super-direttore

Rimini

SAN MARINO. Messa in cantina la figura del “coordinatore” delle forze dell’ordine, la relazione Gentili porta la figura del direttore del Dipartimento di polizia. Il testo che contiene le proposte per il riordino dei tre corpi addetti alla sicurezza sul Titano, ovvero Gendarmeria, Guardia di rocca e Polizia civile, consegnate dal comandante della Gendarmeria Alessandro Gentili ai segretari di Stato, ha come punto di partenza la revisione della legge istitutiva del Dipartimento di polizia del 1994. La riforma di questo istituto, nei suggerimenti del generale, dovrà prendere a riferimento «il modello dell’ordinamento del Dipartimento della pubblica sicurezza in Italia». Prerogativa del nuovo dipartimento sarà quella di «presiedere l’organizzazione, il funzionamento e la gestione dei tre corpi di polizia e l’Ufficio nazionale centrale Interpol». In questo senso, «si rende necessario e irrinunciabile dotarlo di una elevata autonomia decisionale e amministrativa- spiega la relazione- che comprenda tutte le componenti del comparto sicurezza». Tra le competenze del dipartimento, la gestione del personale delle forze dell’ordine, quindi «ogni decisione relativa al reclutamento, stato, avanzamento, disciplina e impiego del personale dei tre corpi di polizia». Su questo specifico aspetto, il dipartimento in un certo senso spodesta il congresso Militare. A capo del nuovo istituto il direttore e il consiglio di dipartimento. In particolare, il ruolo del direttore del dipartimento di Polizia dovrà essere ricoperto, per legge, dal comandante della Gendarmeria e dovrà «necessariamente avere prerogative e compiti organizzativi sovraordinati ai comandanti dei corpi di polizia, ma anche nei confronti di Interpol e della Protezione civile». Potrà inoltre «emanare regolamenti e circolari, di carattere vincolante per i corpi di polizia e per gli uffici dipendenti, nonchè poter predisporre progetti normativi in campo civile, penale, amministrativo da sottoporre per le valutazioni e seguito di competenza alle competenti segreterie di Stato». Dovrà inoltre essere posto nelle condizioni di esercitare le sue funzioni «senza condizionamenti da parte delle altre autorità e pertanto non deve essere investito di funzioni di polizia giudiziaria». La parte successiva della relazione del generale Gentili elenca quindi gli interventi che dovranno essere disciplinati con il provvedimento di riforma del Dipartimento di Polizia: quindi, si prevede la creazione di un reparto Antiriciclaggio, corruzione e finanziamento al terrorismo, cui vi faranno parte 6-8 unità selezionate dai tre corpi.

La riforma dovrà poi prevedere anche la formazione in Italia di ufficiali o funzionari da immettere nei corpi di polizia della Repubblica quali futuri quadri dirigenti; e dovranno essere considerati l’Ufficio centrale nazionale Interpol e l’ufficio centrale del Falso Monetario e la Protezione civile. Si costituirà anche una Centrale operativa unica interforze, su cui attivare anche il servizio di 118. La relazione ritiene infine necessario dotare San Marino anche di una componente di intelligence, l’Ufficio informazioni di sicurezza.

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