Titano eliminato: da Eurovision l’Italia esulta, scontro sui social
Cosa è successo
Come da pronostico, le concorrenti sammarinesi non sono riuscite nell’impresa, non riuscendo a raggiungere la semifinale. La cantante Jessika, maltese, abito rosso come i capelli - sul palco con la tedesca Jenifer Brening - schierata da San Marino, ha fatto davvero del suo meglio ma l’impresa, che sarebbe stata effettivamente Titanica, non è riuscita. Una partecipazione comunque a testa alta.
Il problema è che il pubblico italiano, in attesa di schierare questa sera per la finalissima in diretta su RaiUno Erman Meta e Fabrizio Moro (i vincitori di Sanremo con “Non mi avete fatto niente”), ha atteso l’eliminazione di San Marino come la più sacrosanta delle giustizie terrene. Della serie... dato che lo scorso anno avete eliminato un italiano... «ben vi sta».
Sempre via twitter da San Marino hanno provato a replicare in diversi, argomentando che Francesco Gabbani non avrebbe potuto comunque vincere l’Eurovision perché i punti accumulati, anche se i giudici sammarinesi gli avessero assegnato tutti i 12 a disposizione, non gli sarebbero bastati. «Cattiverie che hanno scatenato l'inferno, con acidi commenti sui social, per la bufala di Gabbani che non ha vinto per San Marino... Pretendete almeno le scuse ufficiali in diretta alla serata finale», ha chiesto un sammarinese. Ma niente. La disputa è andata avanti.
Il precedente
Lo scorso anno il livello dello scontro internazionale era degenerato al tal punto che c’era addirittura stato chi era andato a modificare la pagina wikipedia di San Marino, ridicolizzandone le descrizioni. Quest’anno a tanto non si è arrivati ma ci si è comunque avvicinati. L’hashtag è quello dell’anno scorso #escita. «Traditori vi sta bene. San Marino è fuori, guarda la finale da un oblò. Gabbani il tuo karma ha colpito. Il karma si chiama Gabbani», con l’aggiunta di una bandiera tricolore. O ancora: «San Marino è stata ufficialmente eliminata dall'Europa, il cielo è azzurro sopra Lisbona e Gabbani è stato vendicato». Prima o poi finirà. Forse.