Il messaggio del nuovo Vescovo

Rimini

SAN MARINO. Questo il testo integrale del messaggio che monsignor Andrea Turazzi, nuovo vescovo della Diocesi di San Marino - Montefeltro ha indirizzato a sacerdoti, religiosi, religiose e tutto il popolo tutto della Chiesa particolare di San Marino-Montefeltro per la Quaresima.

«Oggi 5 marzo, mercoledì delle ceneri, entriamo in penitenza. Auguro a tutti una Quaresima bella, ricca di frutti e gioiosa perché Dio ama chi dona con gioia. Papa Francesco ci ha proposto l’esercizio e lo stile di una povertà intesa come dono di noi stessi, e questo è un vero investimento per il bene di tutti; è una “povertà ricca” perché come quella di Gesù. Egli “da ricco che era, si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà”. “In ogni epoca e in ogni luogo – ci ricorda papa Francesco - Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la povertà di Cristo, il quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola, e nella sua Chiesa, che è popolo di poveri”.

In ogni famiglia ed in ogni comunità seguiamo con perseveranza le mete che il Signore, mediante discernimento comunitario e personale, ci ha ispirato.

La Quaresima è tempo di grazia, di comunione, di speranza. Tempo di grazia. Sentiremo ripetere: “Ecco ora il tempo favorevole; ecco ora il tempo della salvezza …”. Ritorna in tutta la sua carica di novità l’annuncio della Pasqua. La potenza della risurrezione è all’opera come lievito che fermenta la pasta, come gemma che spande la sua fragranza. “Ecco io faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia: non ve ne accorgete?” Insieme con la grazia (amore di Dio effuso nei nostri cuori) ci vengono elargite infinite grazie: conversione, perdono, sovrabbondanza di Parola di Dio, opportunità di preghiera e di ascolto, ecc. Insomma, 40 giorni sotto uno speciale cono di luce.

Tempo di comunione. Non solo perché il cuore convertito è propenso alla solidarietà e all’amicizia, ma per la natura ecclesiale dell’itinerario quaresimale. La quaresima è un percorso che si fa legati insieme, “a corpo”: ci si avvantaggia della preghiera e dell’esempio di tanti, si attinge al tesoro dei santi, all’intercessione di Maria, si stringe più forte la mano della madre Chiesa.

Tempo di speranza. “Prendi il largo”, dice Gesù. “Osa!”. Le nostre comunità possono essere paragonate ad una barca a vela che ha sciolto gli ormeggi o, se preferite, ad una mongolfiera: si innalza e si innalza di più se si libera della zavorra. Gettiamo ciò che appesantisce (lavoro prezioso su noi stessi) per essere sempre più liberi, più santi.

Ho un sogno: che tutti i membri delle nostre comunità – senza eccezioni – cantino l’Alleluia riuniti insieme nella Veglia Pasquale, centro della vita e dell’esperienza cristiana perché abbraccio del Risorto».

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