Banda della Magliana, scovato il tesoretto

Rimini

SAN MARINO. Un conto da 300mila euro: “spiccioli” residui di movimentazioni per almeno un milione. La magistratura trova sul Titano il tesoretto della Banda della Magliana e lo sequestra: colpaccio del tribunale dei Tavolucci. Aperta un’inchiesta per riciclaggio.

I soldi erano sul conto di una studentessa, figlia di uno degli ultimi "padrini" della Magliana.

La segnalazione all’Aif. I sigilli sul conto corrente intestato alla 25enne sono stati posti lunedì dalla magistratura sammarinese: a segnalare il rapporto finanziario sospetto è stato l’istituto di credito dove i soldi erano depositati. Da lì, con la denuncia partita all’Agenzia di informazione finanziaria, le indagini hanno fatto il resto e a disporre il sequestro è stato poi il tribunale penale. Secondo quanto ricostruito, il conto era stato aperto nel maggio del 2008, con versamenti in contanti per 280mila euro, tutti poi investiti in titoli: dall’adeguata verifica (obbligatoria in virtù della legge antiriciclaggio) risulta che intestataria del rapporto era appunto la studentessa, per gli inquirenti, figlia del boss Alessandro Savioli, 53enne, considerato l’erede diretto di Renatino De Pedis, ora a "capo" della malavita dei quartieri capitolini di Primavalle e Quartaccio.

 

O’ Somarello. Ma a presentare la ragazza alla banca non fu lui: fu invece tale Paolo Marcoccia, 51enne pregiudicato e anche lui uomo di punta della Banda. “O’ somarello”, così negli ambienti chiamato Marcoccia, è quello a cui la malavita bucò la pancia con un solo colpo di pistola a tamburo nell’agguato di piazza Nicosia, in pieno centro a Roma, nel novembre del 2011. Per gli inquirenti, Paolo “Somarello” Marcoccia era il biscazziere della camorra del clan di Michele Senese “O Pazzo”, in grado di organizzare tavoli da gioco in un ristorante sull’Appia e in un appartamento ai Parioli. E Savioli non sarebbe da meno: l’ultimo arresto, per lui, risale al 2007 quando – sempre secondo i poliziotti – avrebbe importato centinaia di chili di cocaina dalla Colombia, passando attraverso il Marocco e la Spagna.

Il sequestro. Anche Marcoccia, nella stessa banca sammarinese, aveva un conto corrente: tra quello e l’altro intestato alla figlia di Savioli, gli inquirenti sammarinesi hanno trovato movimentazioni per oltre un milione di euro. Nel 2009, ai soldi versati l’anno prima, si aggiungono i 50mila euro di interessi maturati coi titoli: ma è quando le provviste di Marcoccia, nel 2009, vennero trasferite nel conto della studentessa che la banca drizzò le orecchie e fece partire la segnalazione all’Aif. A lunedì, sul rapporto finanziario sotto indagine, gli inquirenti hanno trovato poco meno di 300mila euro, ancora gran parte dei quali investiti in titoli: tutto sequestrato.

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