Vicenda Smi, Upr svela le intercettazioni

Rimini

SAN MARINO. «Il Governo valuti un’indagine per appurare eventuali responsabilità». Lo chiede Unione per la Repubblica a proposito della vicenda Smi e, con un colpo di scena, decide di pubblicare le intercettazioni in suo possesso disposte dalla Procura di Roma tra il 2009 e il 2011 su una ventina di utenze fisse sammarinesi.

E il partito, oltre a chiedere al governo di attivarsi per fare luce sulla vicenda, spiega come «diversi mesi fa, in forma anonima, ci è stata fatta recapitare una copia di questo materiale. Per questo, come abbiamo già anticipato in sede consigliare, reputiamo a questo punto doveroso pubblicare alcuni stralci delle intercettazioni - effettuate dalla Procura della Repubblica di Roma - in merito a questa vicenda».

Dal materiale si delinea una situazione in cui, spiega l’Upr, «i controllori e controllati intrecciavano rapporti decisamente famigliari. Dalle carte emerge poi una dura critica - da parte della Procura di Roma - alla Polizia giudiziaria sammarinese. In particolar modo sono molto indicative alcune conversazioni inerenti alle operazioni di perquisizione realizzate dalla polizia giudiziaria».

Andiamo, però, con ordine. Nelle 411 pagine, frutto del lavoro del sostituto procuratore della Repubblica Perla Lori, c’è un apposito capitolo intitolato “4.5 Le intercettazioni telefoniche del dicembre 2011”. Da questo capitolo emergono una serie di considerazioni, suffragate da intercettazioni telefoniche, non certamente ordinarie. A pagina 370 l’ordinanza afferma, infatti, che: «Dalle attività tecniche già espletate erano emersi rapporti quanto meno anomali degli indagati della Smi con personale delle forze di Polizia sammarinesi, dell’Agenzia di informazione finanziaria e della Banca centrale».

Alla luce di questo, l’Upr chiede al governo di fare chiarezza «valutando anche la strada di una apposita indagine per appurare eventuali responsabilità. Qualora sia utile, siamo assolutamente disponibili a consegnare questo materiale alle autorità competenti. Anche per facilitare l’emersione della verità dopo che - sempre il Governo - rispondendo a una nostra interpellanza lo scorso 3 dicembre 2013 affermò che non risultassero informazioni ufficiali a sua disposizione e come l’attendibilità di quanto riportato dai media potesse essere accertato esclusivamente con l’accesso agli atti processuali».

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