La carriera di Gatti

Rimini

SAN MARINO. Il sammarinese più conosciuto fuori confine e considerato, fino a pochi anni fa, come l'uomo più potente del paese ora in carcere. Anche Gabriele Gatti, 30 anni ai vertici della Dc del Titano, alla fine è finito nel ciclone dell'inchiesta nata dall'affaire Conto Mazzini, denominata la tangentopoli sammarinese.  Segretario di Stato per gli Affari esteri per 16 anni, dall'86 al 2002, Gatti è uomo-simbolo degli anni d'oro di una San Marino riconosciuta allora come Paradiso fiscale, etichetta da cui oggi il Paese cerca di liberarsi attraverso sforzi di adeguamento normativi e istituzionali compiuti.

Gatti è stato eletto ininterrottamente al Consiglio Grande e Generale a partire dalle elezioni del 1978 nelle file del Pdcs, partito Democratico cristiano sammarinese, per non ricandidarsi, per la prima volta, nell'ultima tornata elettorale del 2012. La sua attività politica è stata ad alti livelli fino ad allora: ha ricoperto il ruolo di segretario di Stato per le Finanze nel 2008 per poi dimettersi, per volontà del suo stesso partito e degli alleati, nel 2010, nel 2011 è stato Capitano Reggente, ovvero capo di Stato di San Marino. Gatti è il terzo uomo politico finito al carcere dei Capuccini dopo gli ex segretari di Stato Claudio Podeschi e Fiorenzo Stolfi, tutti coinvolti nell'inchiesta legata al Conto Mazzini. Il suo arresto giunge proprio alla vigilia del relativo maxi-processo che si aprirà lunedì mattina al Kursaal. Processo rispetto cui il Pdcs, di cui lo stesso Gatti è stato leader indiscusso per decenni, si costituirà parte civile.

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