Riviera, nuovo allarme mafia russa
RIMINI. Non sono solo le mafie “made in Italy” a trovare appetibile la riviera romagnola. Anche le mafie straniere, secondo recenti studi sulla malavita organizzata, ora sono presenti sul territorio riminese e avrebbero già guadagnato una fetta del 5% rispetto alle altre associazioni a delinquere. La facoltà di Scienze della formazione del polo riminese ha condotto la ricerca “Stop Blanqueo” per indagare il fenomeno e uno dei docenti coinvolti, Vincenzo Scalia, afferma che ultimamente «c’è una forte incidenza della mafia russa e che nella zona di Rimini nord, Viserba e Viserbella, ultimamente molti stranieri stanno investendo nelle strutture alberghiere».
Premettendo che gli investimenti stranieri non sono necessariamente associati a obiettivi criminosi, l’invito è sempre quello di non abbassare la guardia. Di mafie in riviera ne ha parlato ieri Piergiorgio Morosini, magistrato alla procura di Palermo, partendo da una constatazione positiva: «L’impegno di tanti giovani a occuparsi di questo argomento. Senza usare toni allarmistici è importante capire cosa accade sul nostro territorio. Ci sono personaggi politici che invitano a non esagerare sulla possibilità di infiltrazioni mafiose in riviera ma vogliamo credere davvero che qui non ci sono realtà in crisi per entrare in contatto con capitali poco raccomandabili? E con i capitali sporchi si può garantire concorrenza leale e diritti per i lavoratori? L’interesse dei giovani sul tema è utile anche a rendere la nostra informazione più incisiva. Non siamo più all’anno zero rispetto a certi argomenti».
Il presidente della Provincia Stefano Vitali ha ribadito: «Bisogna prendere coscienza che il problema esiste anche per preparare il territorio ad affrontarlo. La nostra realtà è bella se libera dalle organizzazioni criminali».
Davide Vittori dell’associazione Pio La Torre ha aggiunto: «Una volta si tendeva a “nascondere” le mafie per non turbare i flussi turistici e purtroppo questa tendenza c’è ancora. E’ soprattutto seguendo i flussi di capitali che si può capire come funzionano le mafie».
Riguardo alla ricerca “Stop Blanqueo”, che verrà presentata in un convegno a Londra il 22 gennaio, Vincenzo Scalia ha sottolineato che «per la prima volta questo genere di studio viene promosso da un soggetto istituzionale». In particolare, lo studio punta a capire chi investe a Rimini e come “attecchiscono” le organizzazioni mafiose, se sono alleate o in conflitto tra loro. In conclusione, Vitali ha parlato degli ordini professionali e della necessità di una stretta collaborazione degli stessi con le istituzioni «per ricreare un’economia pulita». Ieri mattina Morosini ha tenuto un incontro con gli studenti dell’istituto Molari di Santarcangelo.