AiRiminum: «Possiamo farcela per fine gennaio. Le vecchie attrezzature non le compriamo»

Rimini

 

 

RIMINI. Le certificazioni Enac per l’aeroporto di Rimini dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno. E’ ciò che ha garantito l’Ente dell’aviazione civile ieri durante l’incontro con il prefetto Claudio Palomba.

Un confronto al quale hanno preso parte in forze anche i vertici di AiRiminum: dall’amministratore Leonardo Corbucci, al presidente in pectore Laura Fincato, fino al nuovo manager dello scalo Lucio Laureti.

Qui AiRiminum. I nuovi gestori di Miramare hanno ribadito a chiare lettere che «se non arrivano le certificazioni Enac, non ci possiamo muovere. Da quel momento, entro 30 giorni saremo pronti a tornare in pista». Corbucci, in realtà, si è spinto anche oltre spiegando che, se entro domani venissero liberate tutte le aree che occorrono per sistemare i nuovi materiali, il 29 gennaio si potrebbe tornare a volare. Punzecchiatura che ha stimolato il dg Paolo Trapani il quale ha chiarito che l’attuale gestione occupa solo 50 metri quadrati: se c’è bisogno di spazio se ne può parlare. Ma ormai si tratta solo di una questione di giorni dopo l’emissione da parte di Enac, avvenuta ieri, «del decreto di decadenza della società Aeradria Spa, con il contestuale provvedimento di riconsegna dei beni demaniali allo stesso Ente nazionale».

Santini se ne va. Il curatore Renato Santini è pronto a fare le valigie entro metà mese. «Appena Enac ci chiederà di restituire il sedime aeroportuale lo faremo. Conto di lasciare lo scalo intorno alla metà di dicembre, anche se sinora non ho ricevuto richieste dall’Ente. Mi accorgo invece che vengo utilizzato come strumento per giustificare un ritardo. Non è bello».

Davanti al prefetto, AiRiminum ha anche precisato di sentirsi danneggiata: «Vorremmo aprire ma non possiamo. Siamo parte di un progetto molto grande, che coinvolge anche altre società aeroportuali, e siamo pronti a investire molti milioni di euro. Ma finché questi soldi non servono, non ha senso versarli».

«Tenetevi le scalette». I vincitori del bando hanno poi chiarito - senza mezze misure - che non sarà effettuata alcuna offerta per le attrezzature vecchie e costose dell’aeroporto messe a bando (entro il 12) dal curatore fallimentare Renato Santini. Le nuove attrezzature invece - almeno in parte - AiRiminum dovrebbe reperirle da uno scalo del Nord Italia.

Dal canto suo il curatore Santini ha replicato in punta di diritto: «Non vendo solo le attrezzature di Aeradria, ma l’intero avviamento. I beni li ho fatti valutare, la stima è pari a un milione e 560mila euro, così ho deciso di fissare il prezzo a due milioni di euro».

Aero Club addio. Dalla riunione è anche emersa la volontà dell’Aero club di farsi da parte. Il presidente Fabio Falsetti chiarisce: «Ringrazio l’Enac per tutto il supporto ricevuto sinora, ma le risorse economiche sono esaurite. Noto tra l’altro che il nostro lavoro non viene apprezzato. Entro pochi giorni lasceremo Rimini e trasferiremo i nostri aerei altrove». Una schiarita è invece arrivata per l’aviazione militare che pare abbia risolto i suoi problemi per la permanenza in pista.

Il prefetto Palomba resta fiducioso per una riapertura in tempi non troppo lunghi: «AiRiminum ha assicurato che entro il mese di gennaio verrà data piena funzionalità allo scalo».

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