Dalle piante all'erba, stop al mercato della droga

Rimini

RIMINI. Si vantavano di smerciare la cocaina migliore sulla piazza riminese, di essere sul mercato da oltre vent’anni, insomma di essere una garanzia per l’ambiente. Talmente sicuri di sé e così ben radicati sul territorio da commettere il classico passo falso, quasi una confessione durante una chiacchierata in auto a finestrini aperti captata dalle intercettazioni ambientali della polizia, che da mesi stava loro dietro. E così ieri mattina sono finiti in carcere dieci insospettabili riminesi, gestori di bar, negozianti, operai, e il proprietario di un vivaio tra i più noti della zona, alla Grotta Rossa, talmente vasto da estendersi fino alla superstrada per San Marino che il titolare, Luigi Rendina, sorvegliava con decine di telecamere, alquanto strano per chi vende piante. Ma è proprio tra quelle centinaia di arbusti, vasi e materiale da giardinaggio che gli investigatori della squadra mobile con l’ausilio del naso infallibile di due cani antidroga, stanno cercando la “famosa” droga.

Insieme a Rendina, pluripregiudicato 60enne originario della Puglia sono finiti in carcere nell’operazione “Evergreen” su richiesta del sostituto procuratore Paola Bonetti (accolta dal giudice Vinicio Cantarini che ha emesso gli ordini di custodia cautelare), Giuseppe Emendatori, detto “Gas”, 37enne riminese di Corpolò, operaio in una cooperativa di giardinaggio a Cesena; Massimiliano Emendatori, riminese 41enne, gestore di un bar a Viserba; Gerardo Gasperoni, detto “Gerry” 53enne santarcangiolese perito informatico; Massimo Neri, 43enne riminese di San Vito, tassista abusivo; Mirko Polidori, detto “Jack”, riminese di 38 anni, ex dj; Mirko Witt, 36enne riminese titolare di un negozio a Miramare; Omar Marco Bellapasta, riminese 34enne di San Vito, vigilantes e portinaio: Daniele Domeniconi, 33enne nato a Cesena ma di Santarcangelo, operaio; Gennaro Esposito 36enne commerciante riminese.

Cocaina e hashish spacciati fino a due chili a settimana, garantita sia per qualità che per precisione di consegna, secondo gli arrestati, proprio dalla venticinquennale presenza sul mercato. Sicuro nei movimenti, protetto da una rete di persone “che mi vogliono bene”, è proprio Rendina a lasciarsi scappare più di una volta frasi inequivocabili, convinto che il fatto di non parlare mai al telefono di droga lo proteggesse da quei poliziotti che sapeva gli stavano alle calcagna. «Ho fatto la fortuna di tutti gli spacciatori, gli ho permesso di acquistare casa» si vantava il vivaista in conversazioni che gli investigatori della squadra mobile, diretti da Nicola Vitale, sono riusciti a captare dando vita a un’indagine vecchio stile, fatta di pedinamenti, appostamenti e intercettazioni ambientali, cimici e microfoni a lunga distanza. Sarebbe stato lui, secondo le accuse, a procurare la droga, dal quale si riforniva Giuseppe Emendatori, in grado di movimentare tra un chilo e un chilo e mezzo di droga alla settimana; da quest’ultimo acquistava Gasperoni i cui movimenti erano molto precisi e soprattutto ripetitivi. Dal garage laboratorio dove confezionava si spostava a un bar di Santarcangelo, a ore e giorni fissi, dove incontrava gli spacciatori, per poi tornare nella mansarda di un appartamento, il “bunker”, dove incontrava altri spacciatori, anche qui a giorni e orari prefissati, senza bisogno di contatti telefonici. Ma lo spaccio avveniva anche nel negozio a Miramare di Witt (dove sono stati trovati parte dei 100 grammi di sostanza stupefacente sequestrati, oltre a centomila euro in contanti in banconote di piccolo taglio), nel bar a Viserba di Emendatori, e anche nel taxi abusivo di Neri che raccoglieva i ragazzi per portarli in discoteca e anche le ordinazioni di cocaina e hashish.

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