Il sindaco trascrive le nozze lesbiche

Rimini

RIMINI. Due ragazze riminesi si sono sposate in Portogallo e hanno chiesto al sindaco di registrare la loro unione. E’ già successo in altre città (da Roma a Bologna) e l’ordine giunto dal ministro Alfano è sempre stato lo stesso: non ha alcun valore. Andrea Gnassi lo farà lo stesso, ufficializzando quel matrimonio, sapendo qual è l’ordine dato alla Prefetture: annullarlo. Esiste, così, l’opzione di riserva. Al più presto arriva in aula il Regolamento della unioni civili: che vale per tutti, indipendentemente dal sesso.

Il precedente. Nelle scorse settimane il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha trascritto nel registro comunale, sedici matrimoni, contratti all’estero, di coppie omosessuali. Neppure il tempo di esultare al «diritto di vedere riconosciuto l’amore», che il prefetto della Capitale lo ha invitato a cancellare tutto: la legge italiana non lo prevede. Il ministero dell’interno Angelino Alfano aveva ribadito: «La firma di Marino non può sostituire la legge: ha fatto il proprio autografo a queste rispettabilissime coppie».

L’evento. Domani l’Arcigay Rimini invita alla presentazione di Lei disse sì, con la presenza delle autrici Maria Pecchioli, Lorenza Soldani e Ingrid Lamminpää: ore 20,30, Teatro degli Atti. Il film racconta la storia di due donne sposate in Svezia.

In vista della proiezione, l’Arcigay, ricorda a Gnassi, la promessa di «riconoscere i matrimoni gay», ora bisogna «passare dalle parole ai fatti».

«Ricordiamo che a Bologna, Roma, Fano, Napoli e in altre città - continua la nota - è possibile ottenere la trascrizione del matrimonio. Il senso non è un semplice atto simbolico, ma un preciso dovere perchè attesta che un certo fatto è avvenuto. Una donna che si sposa con la sua compagna in Svezia, non è che in Italia diventa single e quindi si può sposare nuovamente. Il ministro Alfano usa le questure con evidenti scopi politici, cercando, con annullamenti e commissariamenti ad hoc, di contrastare un fenomeno di puro buonsenso che non a caso nasce dai Comuni, le istituzioni più direttamente a contatto con i cittadini. Si tratta di atti di banale civiltà che Rimini, per rimanere la capitale del turismo e magari diventare quella dei diritti, accogliente e solidale, non può tralasciare».

Detto, fatto. Ed ecco l’apertura di Andrea Gnassi (leggere il suo intervento in pagina). Il sindaco nei giorni scorsi ha incontrato due ragazze riminesi che si sono sposate all’estero, in Portogallo: hanno chiesto la trascrizione del loro matrimonio anche in Italia, nella propria città.

Risposta? Sì. Come già altri colleghi in Italia, Gnassi farà valere anche a Rimini quel matrimonio celebrato all’estero, sapendo però come finirà quando qualcuno tirerà fuori quella legge che non c’è.

In più, il sindaco ha intenzione di portare in consiglio comunale il regolamento per le Unioni civili che «finalmente consenta diritti certi e uguali a chi, a prescindere dal sesso, dà vita a una famiglia». Come «sindaco, e insieme ad altri sindaci della nostra regione, porrò e sosterrò nella sede della nuova Regione il tema del rafforzamento e dell’ampliamento dell’accesso ai servizi, in grado di ‘fotografare’ una società vera, in evoluzione e non virtuale. Credo e spero che i consiglieri neo eletti del territorio riminese portino avanti anch’essi queste istanze di civiltà».

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