Normativa anti incendio: 200 alberghi della provincia non sono ancora in regola

Rimini

RIMINI. Ci sono oltre 200 hotel nella provincia di Rimini che ancora non sono in regola con le norme anti incendio e che, probabilmente, non lo saranno ancora a lungo. E’ ciò che emerge dai dati dei vigili del fuoco che ormai da molti mesi si occupano degli accertamenti sulle circa 2.200 strutture alberghiere della Riviera (300 delle quali con meno di 25 posti letto). «L’89% degli alberghi della provincia è a posto - chiarisce il vice comandante dei vigili del fuoco, ingegnere Antonio Petitto - se non altro con gli adempimenti minimi richiesti dalla legge». Allargando... il campo, però, appena «il 20% ha completato definitivamente i lavori» inviando una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al comando.

La legge. Le disposizioni anti incendio risalgono addirittura al lontano 9 aprile del 1994 ma per oltre 15 anni sono rimaste ignorate. Gli hotel hanno cominciato ad aprire i cantieri solo nel 2010 quando cioè il governo (a fine anno) aveva fissato la prima improcrastinabile scadenza. Gli imprenditori del turismo sono però riusciti ad ottenere continue proroghe, anno dopo anno. La data decisiva era quella del 31 dicembre 2013, oltre la quale, comunque, bisognava adempiere almeno al minimo... sindacale. Dunque porte anti incendio, rilevatori di fumo, scale esterne, vie di fuga. Un obbligo al quale molti albergatori hanno finalmente ottemperato. Ma non basta. Perché per l’adeguamento definitivo mancano all’appello altri lavori.

Interviene Arlotti. Così l’onorevole del Pd Tiziano Arlotti ha scritto ieri al sottosegretario agli Interni Gianpiero Bocci per chiedere un’ulteriore proroga al 31 dicembre 2015. L’obiettivo è quello di completare gli adeguamenti anti incendio delle strutture con oltre 25 posti letto, che altrimenti si troverebbero a rischio chiusura. Provvedimento che - per Arlotti - si basa su precisi problemi di date.

«Ad oggi il decreto del ministro dell’Interno previsto dal Milleproroghe di febbraio non è stato ancora adottato - spiega l’onorevole -. Anche nell’eventualità di una sua emanazione entro fine anno, l’iter del necessario passaggio in Europa richiederebbe, a quanto mi risulta, almeno altri due o tre mesi di tempo. Si tratta quindi di tempi tecnici la cui lentezza vanificherebbe l’obiettivo di semplificazione e adeguamento alle norme del decreto Milleproroghe stesso».

Una richiesta valida «esclusivamente per le strutture che possono essere ammesse al piano straordinario biennale di adeguamento antincendio» non un colpo di spugna «generalizzato per tutte le strutture. Perché chi non ha questi requisiti non può svolgere attività ricettiva».

«Oggi nella provincia di Rimini - afferma il deputato riminese - il 90% delle strutture è completamente a norma. Il ministero dell’Interno avrebbe dovuto emanare il decreto attuativo entro aprile e siccome ancora ciò non è avvenuto, difficilmente ce la farà entro fine anno. Ma l’inadempienza, in tal caso, non è dei proprietari delle strutture, ma dello Stato».

Da parte dei vigili del fuoco sono previste verifiche a tutti gli hotel che hanno più di 100 posti letto, mentre per quelli sotto quota 100 è sufficiente un controllo a campione.

Qui Aia. Il direttore dell’Aia di Rimini, Antonio Guarini, sottolinea che «sul territorio di Rimini quasi l’89% degli hotel si è già adeguato alla nuova normativa anti incendio. Il grosso della spesa è già stato sostenuto e un’ulteriore proroga serve a ben poco». All’appello mancano soprattutto i lavori nelle camere e nelle hall. Gli investimenti complessivi, a seconda del numero di stanze dell’albergo, possono comunque superare il milione di euro.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui