Tradito dagli occhi azzurri e dagli abiti che indossava

Rimini

RIMINI. Stavolta l’hanno preso e c’è il sospetto che sia sempre lo stesso rapinatore che più volte nel tempo ha preso di mira la sede della clinica privata riminese “La Nuova ricerca” di viale Settembrini. L’ultimo colpo, il bandito dagli occhi azzurri, secondo la definizione che gli era stata affibbiata sulla base della descrizione dei testimone, l’ha messo a segno venerdì sera attorno alle venti. Come aveva già fatto solo due sere prima, si è presentato all’orario di chiusura, con il volto parzialmente coperto, e ha estratto un cacciavite per minacciare i presenti e farsi consegnare i soldi. Sulla base del racconto dei testimoni, dell’immagine delle telecamere l’uomo (che indossava un cappellino con visiera e uno scaldacollo al momento dell’irruzione) è stato individuato ieri attorno alle 13.30 nella zona di via Flaminia da una pattuglia del nucleo radiomobili dei carabinieri di Rimini. In manette è finito Primo Giordano Magnin, 46 anni, originario di Torino e con un passato da tossicodipendente.

Tra mercoledì e venerdì aveva accumulato un bottino di tremila euro che per un po’, almeno nelle sue previsioni, gli avrebbero consentito di sbarcare il lunario. Del bandito dagli occhi azzurri i militari avevano una sorta di idenkit fin da mercoledì sera e l’intuizione della pattuglia si è rivelata giusta quando l’hanno visto e bloccato per un controllo. Gli ulteriori accertamenti hanno consentito di appurare che l’uomo era tornato solo da pochi giorni (in passato vi aveva abitato).

Negli ultimi giorni trovava riparo all’interno di un’auto, una vecchia Renault 4 bianca, rubata un paio di settimane fa in zona. All’interno della vettura, parcheggiata vicino all’ospedale, i carabinieri hanno trovato degli indumenti riconducibili a quelli indossati per i colpi e anche due cacciavite simili a quelli immortalati dall’impianto a circuito chiuso in occasione delle due rapine.

Messo alle strette, l’uomo dopo aver tentato di negare gli addebiti, ha finito per ammettere la sua responsabilità in merito a entrambi gli episodi. «Ero disperato». I soldi però non sono stati trovati. Il sospettato ha raccontato di averli spesi, ma non ha saputo spiegare in che modo.

Sottoposto a fermo di pg in quanto accusato di rapina e ricettazione dell’auto, è stato accompagnato nella casa circondariale a disposizione della competente autorità giudiziaria.

Domani il giudice dovrebbe pronunciarsi, in sede di convalida, sulla legittimità della misura cautelare. Dal canto suo il 46enne potrà dare conto più dettagliatamente della propria condotta.

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