La furia scatenata da Google Maps

Rimini

RIMINI. A fargli perdere il controllo sarebbe stata l’immagine dell’auto della moglie (da cui era ormai separato di fatto da un anno) accanto alla moto del nuovo compagno immortalata da Google Maps. A indurlo alla ragione, facendolo in qualche modo rinsavire, le telefonate ai figli. In attesa della convalida in programma stamane davanti al gip di Ravenna Antonella Guidomei, emergono nuovi particolari sulla vicenda che ha portato all’arresto di Mario Caggiano, l’uomo (che compirà 56 anni lunedì) in carcere a Ravenna con l’accusa di aver tentato di uccidere mercoledì mattina a Rimini la donna e l’ex vicino di casa con cui da qualche tempo pare avesse allacciato una relazione. Secondo quanto si è appreso, a far scattare la molla a Caggiano - assistito dagli avvocati Sonia Lama e Luca Donelli - non sarebbe stata la gelosia morbosa nei confronti della moglie, da cui aveva avuto due figli oggi ventenni, quanto piuttosto il fatto che nonostante i sempre più evidenti segnali la donna negasse di essersi rifatta una vita. E quando ha visto quell’immagine su internet ha perso il controllo e si è infilato sulla sua Punto lasciando San Mauro Torinese alla volta di Rimini. Con sé aveva preso anche un coltello con cui pare fosse inizialmente intenzionato a tagliare le gomme della vettura della moglie. Ma quando l’altra mattina ha visto la donna uscire dal residence insieme al nuovo compagno, che peraltro conosceva essendo stato per giunta vicino di pianerottolo, ha rivolto l’arma contro di loro. I due vedendolo si sarebbero messi a correre, infilandosi in un cantiere dove, secondo quanto raccontato dall’uomo agli agenti di polizia che lo hanno arrestato, il rivale in amore avrebbe impugnato una pala, probabilmente nel tentativo di difendersi. Un gesto che lo stesso Caggiano deve però aver visto come una minaccia, a cui avrebbe reagito accoltellando l’uomo, prima di colpire successivamente anche l’ex moglie. Subito dopo si è poi allontanato, facendo perdere le sue tracce prima di spuntare a Lugo mentre i carabinieri erano sulle sue tracce. Nel tragitto attraverso mezza Romagna, fuori di sé, ha chiamato i figli che gli hanno suggerito di costituirsi. Così, dopo essere entrato in stato confusionale e con ancora addosso con i vestiti macchiati di sangue in una tabaccheria, raccontando al titolare di aver «sgozzato una persona», si è poi incamminato verso il centro commerciale “Il Globo” dove, da una cabina, ha chiamato la polizia, consegnandosi di fatto agli agenti. L’inchiesta è coordinata dal pm riminese Elisa Milocco.

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