Ragazzina aggredita da una baby-gang

Rimini

di ANDREA ROSSINI
RIMINI. L’hanno circondata, in un angolo della discoteca e aggredita così come avevano programmato nei dettagli su  Facebook. Calci, sputi, capelli tirati e addirittura strappati a ciocche. Una spedizione punitiva che, grazie anche alla grancassa del web, ha trasformato una piccola rivalità adolescenziale in una spedizione punitiva di gruppo ad opera di una specie di baby gang. L’ennesimo episodio di violenza che vede protagonisti dei minorenni, stavolta è tutto al femminile. Una sorta di “bullismo rosa” dai contorni così violenti da portare con sé il rischio concreto di strascichi giudiziari. Il tutto è accaduto un mese fa all’interno di un locale frequentato da giovanissimi. La ragazzina presa di mira, particolarmente carina a giudizio dei coetanei, era “colpevole” di essersi interessata all’ex fidanzatino di una compagna di scuola. Quest’ultima dopo qualche scambio di opinione su internet ha chiamato a raccolta un gruppetto di amiche. Nel disinvolto linguaggio da social network sarebbero state messe nero su bianco frasi minacciose, condite da insulti. Poi l’appuntamento “chiarificatore”. In realtà un agguato annunciato che si è risolto in una esplosione di violenza che non ha niente da invidiare ai peggiori modelli del genere proposti, in casi analoghi, dai maschietti. Botte da orbi, con la quindicenne da sola a difendersi contro sei “amiche” scatenate contro di lei senza neppure un perché. Nell’occasione, secondo quanto hanno già ricostruito i carabinieri (le minorenni sono state identificate), sono intervenuti  addirittura i buttafuori, come in una rissa tra ubriachi del sabato notte. Ma neanche una volta fuori le ragazzine “cattive” hanno dato tregua alla rivale: quando un giovane si è offerto di darle un passaggio per riportarla a casa, loro si sarebbero scatenate contro la sua auto prendendo a calci la carrozzeria. Il padre alla vista della figlia, poco più che bambina, ammaccata e sotto choc è rimasto sconvolto.  Chi l’aveva ridotta in quel modo, altre adolescenti, tutte di buona famiglia, il giorno dopo erano di nuovo su Facebook a commentare l’ “impresa” con toni entusiastici: «ahahaha mi sono rimasti i suoi capelli in mano» oppure «ora la smetterà di tirarsela tanto....». «Vedessi come urlava». Il genitore deve aver pensato che le congratulazioni in rete erano davvero troppo: dapprima ha cercato un confronto con gli insegnanti della figlia, informandoli dell’episodio, poi si è rivolto all’avvocato Stefano Caroli per valutare il da farsi: partirà la denuncia. Nel frattempo è emerso che prima dell’aggressione in discoteca ci sarebbe stato anche un pestaggio, avvenuto in spiaggia, ai danni di un’altra quindicenne finita nel mirino dello stesso gruppetto. 
RIMINI. L’hanno circondata, in un angolo della discoteca e aggredita così come avevano programmato nei dettagli su  Facebook. Calci, sputi, capelli tirati e addirittura strappati a ciocche. Una spedizione punitiva che, grazie anche alla grancassa del web, ha trasformato una piccola rivalità adolescenziale in una spedizione punitiva di gruppo ad opera di una specie di baby gang. L’ennesimo episodio di violenza che vede protagonisti dei minorenni, stavolta è tutto al femminile. Una sorta di “bullismo rosa” dai contorni così violenti da portare con sé il rischio concreto di strascichi giudiziari. Il tutto è accaduto un mese fa all’interno di un locale frequentato da giovanissimi. La ragazzina presa di mira, particolarmente carina a giudizio dei coetanei, era “colpevole” di essersi interessata all’ex fidanzatino di una compagna di scuola. Quest’ultima dopo qualche scambio di opinione su internet ha chiamato a raccolta un gruppetto di amiche. Nel disinvolto linguaggio da social network sarebbero state messe nero su bianco frasi minacciose, condite da insulti. Poi l’appuntamento “chiarificatore”. In realtà un agguato annunciato che si è risolto in una esplosione di violenza che non ha niente da invidiare ai peggiori modelli del genere proposti, in casi analoghi, dai maschietti. Botte da orbi, con la quindicenne da sola a difendersi contro sei “amiche” scatenate contro di lei senza neppure un perché. Nell’occasione, secondo quanto hanno già ricostruito i carabinieri (le minorenni sono state identificate), sono intervenuti  addirittura i buttafuori, come in una rissa tra ubriachi del sabato notte. Ma neanche una volta fuori le ragazzine “cattive” hanno dato tregua alla rivale: quando un giovane si è offerto di darle un passaggio per riportarla a casa, loro si sarebbero scatenate contro la sua auto prendendo a calci la carrozzeria. Il padre alla vista della figlia, poco più che bambina, ammaccata e sotto choc è rimasto sconvolto.  Chi l’aveva ridotta in quel modo, altre adolescenti, tutte di buona famiglia, il giorno dopo erano di nuovo su Facebook a commentare l’ “impresa” con toni entusiastici: «ahahaha mi sono rimasti i suoi capelli in mano» oppure «ora la smetterà di tirarsela tanto....». «Vedessi come urlava». Il genitore deve aver pensato che le congratulazioni in rete erano davvero troppo: dapprima ha cercato un confronto con gli insegnanti della figlia, informandoli dell’episodio, poi si è rivolto all’avvocato Stefano Caroli per valutare il da farsi: partirà la denuncia. Nel frattempo è emerso che prima dell’aggressione in discoteca ci sarebbe stato anche un pestaggio, avvenuto in spiaggia, ai danni di un’altra quindicenne finita nel mirino dello stesso gruppetto. 

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