Ausl unica, i dubbi dei sindaci restano

Rimini

FORLÌ. Andrea Des Dorides, direttore generale dell’Ausl unica, ha incontrato ieri pomeriggio in Municipio a Forlì i sindaci del comprensorio forlivese per illustrare il bilancio e la situazione dell’Azienda.

Incontro. Prima la riunione ha interessato solo i primi cittadini, poi il consiglio comunale dell’Unione, con presenti pochi consiglieri. Tutti gli incontri si sono svolti rigorosamente a porte chiuse. Dopo le proteste ed i “mal di pancia” emersi nella riunione con tutti i sindaci romagnoli alcune settimane fa il direttore generale ha spiegato con dovizia di particolari.

Disagi. Quello che era emerso maggiormente nel disagio degli amministratori era la sensazione di votare documenti ed indirizzi d’azione che non conoscevano, oltre al deficit previsto di 22 milioni di euro nel 2014. L’appuntamento aveva, quindi, l’obiettivo di migliorare la comunicazione fra il nuovo vertice della sanità e le Amministrazioni forlivesi, meta raggiunta in parte sentendo poi a fine giornata le reazioni di tanti dei presenti.

Problemi. Des Dorides non ha nascosto i problemi. Le leggi nazionali prevedono, ad esempio, che anche in ambito sanitario si possa procedere ad una assunzione ogni 5 pensionamenti. Questo ha portato negli ultimi 3 anni ad una riduzione sensibile del personale medico ed infermieristico. Inoltre il taglio del Governo sulle spese sanitarie interessa anche la Regione Emilia Romagna ed i problemi legati a questo sono maggiori in altre zone del Paese. Per quanto riguarda il “buco” di 22 milioni di euro, è già previsto che sia coperto da fondi regionali. Il direttore generale ha poi chiesto tempo per lavorare e di poter essere giudicato per le cose fatte, non per i disservizi o i problemi che si trascinano da anni.

I piccoli tremano. Per quanto riguarda i piccoli ospedali, e qui si sono “drizzate soprattutto le orecchie” dei sindaci della vallata del Bidente, con Santa Sofia in testa per il futuro del “Nefetti”, l’indirizzo è quello di chiuderli e trasformarli in case della salute. Ma a domanda specifica sul futuro dell’ospedale santasofiese la risposta non ha dato alcuna certezza. Di certo la prospettiva di vederlo trasformato in “Casa della salute” come è avvenuto a Forlimpopoli piace poco. Des Dorides ha spiegato di aver deciso i nomi dei coordinatori dei gruppi di lavoro per creare l’Ausl unica in autonomia, perché è una sua prerogativa, rispondendo a precise domande dei sindaci.

In coda. Sulle liste di attesa più lunghe ha spiegato che è un problema legato ai tagli dello Stato ed esiste in tutta Italia, ma da noi in Emilia-Romagna se ne risente meno. Alcuni dei presenti si sono trovati a disagio quando il direttore ha affermato di non poter rendere conto a tutti i 75 sindaci della Romagna o ai 16mila dipendenti dell’Ausl. Altri si sono lamentati anche del fatto che più di ascoltare segnalazioni o interventi dei presenti ha presentato una lezione “seminariale” con l’uso di diapositive che non è piaciuto.

L’impressione è che se la riunione voleva gettare un ponte fra sindaci forlivesi e nuova direzione generale dell’Ausl Romagna non abbia centrato appieno l’obiettivo, ma che ci saranno altri confronti fra le parti.

 

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