«Ex Sangiovesa, sistemiamo tutto»

Rimini

RIMINI. «Obbedisco». L’imprenditore Manlio Maggioli, proprietario dei terreni su cui sorgeva la Sangiovesa a mare, è pronto a fare la sua parte.

Non bisognerà attendere il mese di novembre per vedere totalmente ripulita l’area dell’ex Sangiovesa dietro viale Vespucci. La Rema srl (la Ricostruzione edilizia marina adriatica) società controllata dalla famiglia Maggioli, ha infatti deciso di intervenire il più in fretta possibile.

«Obbediamo agli ordini - sottolinea Maggioli -. Il Comune ci chiede di sgomberare e abbiamo il dovere di farlo. Agiremo il prima possibile. E’ una questione di pochi giorni, contiamo di ultimare l’intervento entro questa settimana».

«Non si tratta di un lavoro particolarmente difficile - spiega Maggioli, che ha deciso di non andare avanti a suon di carte bollate - ma di sicuro dovremo sostenere alcuni costi».

L’area della ex Sangiovesa, situata tra il lungomare Tintori e via Paolo e Francesca, è finita nel mirino dei residenti i quali si sono lamentati a più riprese della situazione di degrado in cui versa quella porzione di terreno. Ma i residenti alle proteste hanno aggiunto altro: hanno raccolto le firme e le hanno presentate alla polizia municipale.

La Rema non è però intervenuta malgrado i solleciti e il Comune non ha fatto sconti. Prima una multa per alcune migliaia di euro, poi la mossa a sorpresa: la richiesta di demolire tutto entro il mese di novembre.

I rapporti si sono incrinati quattro anni fa, quando nel 2010 il Tribunale di Rimini, accogliendo l’istanza di Palazzo Garampi, ha dato al Comune 16mila metri quadri di aree destinate a verde pubblico e parcheggi tra via Beccadelli e piazzale Kennedy. Zone che sembrava appartenessero alla Rema, in base a un vecchio contratto degli anni Quaranta. Ma su cui invece ha prevalso il diritto di usucapione da parte del Comune che intende sfruttare quei terreni per disegnare la nuova cartolina del lungomare di Rimini.

In mano alla famiglia Maggioli sono però rimaste alcune aree oggi occupate dalle pedane con sovrastanti il grande gazebo dell’ex Sangiovesa. La situazione andava avanti da anni e sembrava non vi fosse rimedio, sino ad oggi quando invece pare aprirsi uno spiraglio definitivo.

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