Ivana è stata uccisa con 40 coltellate

Rimini

CATTOLICA. Ha cercato di difendersi dalla furia del marito, alzando le braccia in segno di protezione: una quarantina, tra coltellate profonde e tagli superficiali, le ferite sul corpo di Ivana Intilla, la 27enne uccisa sabato pomeriggio nella casa coniugale, in via Cabral 63 a Cattolica. Almeno sette i colpi auto inferti da Raffaele Ottaviani con lo stesso coltello da cucina con cui poco prima aveva spezzato la vita della giovane moglie, madre dei suoi gemelli di tre anni. Erano loro la ragione di vita di Ivana, l’unica dopo che il matrimonio si era rivelato diverso da quello dei suoi sogni. Aveva scelto di sposare Raffaele per amore, poi aveva scelto di avere dei figli con lui, ma dopo la loro nascita il rapporto si era incrinato e lei si era ritrovata costretta a una vita tra le mura domestiche entro le quali il marito voleva relegarla. Era geloso, lo aveva confidato a più di un’amica, geloso del fatto che lei volesse vivere non solo come madre ma anche come donna, e per questo Ivana aveva deciso di interrompere la sua storia d’amore. Una decisione alla quale Raffaele ha messo fine nel sangue.

Due bravi ragazzi, così li ricordano amici e vicini di casa, entrambi molto riservati. Lei infatti non aveva fatto trapelare all’esterno che il matrimonio si era incrinato, ma aveva cambiato stile di vita, voleva stare con le sue amiche, uscire, godere dei suoi 27 anni senza mai togliere nulla però ai due gemellini, le gioie della sua vita. Di loro parlava sempre, dei loro progressi informava amici e conoscenti, i tanti che quasi ogni giorno la vedevano fare spesa alla Coop di via Emilia Romagna, poco distante dal forno di famiglia, Santo Stefano. Non raccontava nulla ai conoscenti, si confidava solo con qualche amica, eppure si capiva che con Raffaele qualcosa non andava. Non parlava più di lui con l’amore che aveva voluto mostrare all’esterno nei tanti anni in cui erano stati insieme, adesso parlava solo dei gemellini. Aveva scelto di lavorare come promoter, e poi si era appassionata di zumba (pratica sportiva che unisce ginnastica aerobica con i ritmi delle danze latino-americane) andava a ballare, usciva con le amiche, cose alle quali aveva rinunciato durante il fidanzamento e il matrimonio. E che forse adesso erano il suo unico sfogo per sfuggire da un matrimonio infelice.

Aveva deciso di separarsi Ivana e Raffaele non lo ha accettato, per questo, ne sono certi i carabinieri che indagano sull’omicidio-suicidio, l’ha uccisa. Dopo giorni di litigi sabato Raffaele ha deciso che non c’era altro modo di farla finita. La sequenza di violenza è abbastanza chiara: lui che entra in casa, prende il coltello in cucina, la colpisce prima in salotto poi la segue in camera da letto dove la uccide e dove pochi minuti dopo si suicida. Mentre i gemellini erano sotto lo stesso tetto. Sono stati loro ad aprire la porta alla nonna materna arrivata in via Cabral verso le 16: una scena, quella dei genitori morti in un lago di sangue, che non potranno facilmente dimenticare. Per aiutarli a superare il primo momento di choc i piccoli sono stati affidati ai servizi sociali, com’è prassi in questi casi, prima che il giudice dei minori stabilisca con chi devano vivere. Ora le due famiglie straziate (due sorelle e i genitori di lui, che lavorava nell’azienda di riciclaggio rottami di famiglia a San Giovanni in Marignano e i genitori di lei insieme ai cinque fratelli) aspettano di potere seppellire i due giovani. L’autopsia sui corpi non è ancora stata fissata.

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