Controllo choc, due carabinieri nei guai

Rimini

RIMINI. Per adesso li hanno messi in ferie forzate e trasferiti d’ufficio a un altro incarico, ma i due carabinieri che in un momento di “follia” hanno umiliato una coppia di cittadini stranieri durante un controllo, non se la caveranno con una semplice lavata di capo dai superiori. Sul tavolo del magistrato è arrivata la relazione dell’Arma che li inchioda alle loro responsabilità. Secondo i primi accertamenti due componenti di una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri, intervenuti nella zona di Marina centro su segnalazione di alcuni cittadini, avrebbero bloccato due “pallinari” di origine romena, marito e moglie, ma invece di accompagnarli in caserma per l’identificazione li avrebbero lasciati in aperta campagna, dopo averli sbeffeggiati e privati sia delle scarpe sia dei documenti.
Sul brutto e ingiustificabile episodio, sorprendente per chi conosce e apprezza la professionalità dal reparto, la procura di Rimini avrebbe già aperto un fascicolo con l’ipotesi provvisoria di abuso d’ufficio (e violenza privata). Un’iniziativa che non è partita dalla coppia straniera che, nel timore di possibili conseguenze, ha addirittura evitato di presentare una formale denuncia su quanto accaduto. Per una volta, però, non c’è soltanto la loro parola contro quella dei pubblici ufficiali: la donna, spaventata per l’evolversi della situazione, ha infatti registrato con il proprio telefonino la disavventura da quando ancora era all’interno dell’auto di servizio. Dieci minuti di “audio”, la prova degli sbeffeggiamenti e delle vessazioni subite nel corso di quello che avrebbe dovuto essere un semplice controllo. L’episodio è accaduto due settimane fa.
Tutto comincia nel tardo pomeriggio, lungo viale Vespucci. Nonostante i mille passaggi delle pattuglie lì si piazzano, come al solito, i furbetti delle tre campanelle. Scaltri al punto da non perdere mai la posta, approfittando dell’ingenuità dei passanti, e smontare la baracca quando le cose si mettono male. Alla fine c’è sempre chi si stufa e chiama i carabinieri. Più di tanto, però, non possono fare. In questa storia che non ha giustificazioni c’entrano forse anche la frustrazione e l’esasperazione, oltre allo stress al quale sono sottoposte le forze dell’ordine di questi tempi. Qualcuno ha indicato i coniugi romeni come “campanellari” molesti. La coppia si è giustificata dicendo che era appena uscita dal supermercato e non c’entrava con la baruffa accaduta poco prima sul marciapiede. Una scusa? Probabile. Marito e moglie non sono stati creduti. I militari li hanno invitati a seguirli in caserma (se in maniera arbitraria lo stabilirà l’inchiesta). Poi però, non si capisce per quale ragione e con che criterio (forse perché a fine turno e stufi di avere altre seccature?), i due carabinieri si sono diretti a sorpresa verso il colle di Covignano. Una volta arrivati in aperta campagna hanno fatto scendere la coppia, invitandola a tornarsene nel proprio Paese. Quindi hanno costretto i due romeni a consegnare scarpe e documenti e li hanno abbandonati lì, andandosene sghignazzando. La donna, disorientata, ha chiesto aiuto al telefono a una cugina che vive a Rimini senza entrare troppo nei dettagli. Lei a sua volta, senza pensarci due volte, ha chiesto aiuto ai carabinieri. Nel frattempo era subentrata una nuova pattuglia che ha rintracciato i due “dispersi” e li ha accompagnati in caserma. A mano a mano che emergevano i dettagli, sono stati investiti del caso i superiori che hanno richiamato in servizio gli autori del controllo irregolare. Messi alle strette sono stati costretti per prima cosa a tornare a Covignano per mettersi alla ricerca in piena notte dei documenti e delle calzature della coppia: li avevano gettati dal finestrino durante il tragitto di ritorno. La “sbruffonata” rischia di costare loro caro. L’Arma non è tenera con chi sbaglia, soprattutto se chi sbaglia indossa la divisa. La registrazione audio è stata posta sotto sequestro e consegnata al magistrato. I romeni, che per tutelarsi si sono rivolti all’avvocato Massimiliano Orrù, non intendono presentare denuncia. Il procedimento, però, andrà avanti d’ufficio.

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