Solo l'export salva le imprese

Rimini

 

RIMINI. «L’occupazione è un problema ancora non risolto, la produzione non riparte e le esportazioni sono il fattore che consente alle imprese di provare a ritrovare la via della crescita». E’ ciò che emerge dall’indagine dell’Ufficio economico di Unindustria Rimini relativa ai dati del primo semestre 2014.

Da giugno 2013 a giugno 2014 (dati Camera di commercio) le imprese della provincia di Rimini sono scese da 35.838 a 35.080 (758 in meno, -2,1%), mentre 50 sono fallite. Da gennaio a giugno le ore di cassa integrazione sono pari a 4,5 milioni. Il calo delle assunzioni è del 17% (non considerando i lavoratori stagionali), dato peggiore di tutta la regione con 1.630 posti di lavoro in meno.

I primi sei mesi. Il fatturato totale è aumentato (+2,77%) grazie soprattutto all’estero (+5,43%) mentre il fronte interno fa registrare +1,10%.

L’aumento del fatturato dopo anni di flessione è però determinato (oltre che dalle esportazioni) dall’utilizzo dello stock del magazzino (come dimostrano il calo consistente delle giacenze nelle grandi imprese e la riduzione della produzione). Le migliori performance sono delle piccole imprese (+11,10%), seguite dalle grandi (+4%), mentre le medie imprese segnano una diminuzione del fatturato (-3,20%) malgrado l’estero funzioni. Il fatturato estero è pari al 56,50%: 64% nelle grandi aziende, 51,10% nelle ditte comprese fra 50 e 249 addetti, 19,40% in quelle con meno di 50 dipendenti. Nota positiva: lo stop ai cali di fatturato e il mercato interno che pur restando debole mostra parametri meno negativi.

Edilizia. Sul fronte delle imprese il saldo più negativo lo registrano il commercio e le costruzioni. Negli ultimi sei mesi le aziende edili sono diminuite di 132 unità (317 cessazioni, 185 iscrizioni). Nell’ultimo anno sono passate da 409 a 325 (-20%), i lavoratori da 2.075 a 1.595 (-23%) con un calo delle ore lavorate pari al 22%. Dati ancora più sconfortanti se si incrociano i numeri del 2014 con quelli del 2008: aziende in calo del 47,58%, lavoratori del -51,18% e ore lavorate del 57,17%.

Il secondo semestre. «Le attese sono improntate alla cautela e non lasciano intravedere una fase di ripresa - dice Unindustria -. I timidi segnali positivi devono poi venire confermati nei numeri a consuntivo, cosa che purtroppo negli ultimi tempi non è poi avvenuta» dice Unindustria. Il 30,99 delle imprese prevede un aumento della produzione, mentre per il 54,93% sarà stazionaria e per il 14,08% in diminuzione.

Accesso al credito. Stanno finalmente emergendo alcuni segnali di distensione. Dai dati di Banca d’Italia a giugno 2014 gli impieghi (i finanziamenti, ndr) delle banche alle imprese private sono diminuiti di 83,41 milioni di euro su base annua (-1,59%) dato in miglioramento rispetto al - 11,9% (708,67 milioni di euro) del giugno 2013.

E anche l’indagine che Confindustria Rimini svolge periodicamente fra i propri associati denota un allentamento del cosiddetto credit crunch.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui