Il permesso non si nega all'abusivo

Rimini

RIMINI. Quando il Comune ha “dichiarato” l’ennesima guerra all’abusivismo commerciale, fra le possibili leve repressive ha inserito la possibilità di agire sul permesso di soggiorno. L’assessore alla polizia municipale Jamil Sadegolvaad (Pd) in piena estate ha suggerito la strada, da percorrere insieme ai parlamentari locali: modificare la legge in maniera tale che già in presenza di una condanna in primo grado sia possibile negare il rinnovo del permesso di soggiorno.

Detto, non fatto. E’ di pochi giorni una sentenza del Tar che accoglie il ricorso presentato da un cittadino straniero, al quale il Questore di Rimini nel 2009 aveva rifiutato il rinnovo del permesso di soggiorno. Perchè? In primis per i precedenti: reiterate violazioni del diritto d’autore, ricettazione, furto, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. E in particolare per un «decreto penale di condanna al pagamento di 1.872 euro di multa per violazione del diritto d’autore e la valutazione dell’allarme sociale indotto dalla diffusione dell’abusivismo commerciale».

Bene. La sentenza redatta dai giudici amministrativi è ovviamente più complessa e articolata, il risultato finale è comunque molto semplice: il permesso di soggiorno viene negato sulla base di una pericolosità sociale che è discrezionale. «In mancanza di condanne assolutamente ostative al rilascio del permesso, negato invece sulla base di una discrezionale valutazione complessiva della condotta, appare palesemente destituita di fondamento la convinzione che la partecipazione procedimentale dell’interessato non potrebbe comunque produrre un provvedimento differente dal presente».

E’ come svuotare il mare con un cucchiaio. Potrebbe commentare l’assessore Sadegholvaad. Che invece commenta. «Non conosco ovviamente gli aspetti giuridici che hanno portato il Tar ad accogliere il ricorso - esordisce -. Sicuramente saranno legittimi e motivati, non lo metto in dubbio».

Ma? «Resta però in sospeso una domanda di fondo: come si può condurre una battaglia efficace ed estesa contro l’abusivismo commerciale, senza una legislazione nazionale dotata di strumenti attuativi altrettanto indiscutibili? Il rischio non è tanto materiale, nel senso che le istituzioni locali continueranno a combattere l’abusivismo con i propri mezzi e con le proprie risorse. Rimini lo ha fatto anche con successo quest’anno ma certo tutto questo importante lavoro non esaurisce la portata e la complessità di un problema nazionale che come Stato dovrebbe essere aggredito. II vero rischio è che segnali come questo possano ingenerare l’impressione che tutto quello che si fa come contrasto a livello locale alla fin fine sia poco più di un pannicello caldo. Come tentare di svuotare il mare con un cucchiaio bucato».

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