«A tavola con Di Caprio conquisto New York»

Rimini

RIMINI. Con Leonardo Di Caprio è rimasto a fine serata a parlare di «Rimini e del cibo romagnolo: lui è un grandissimo, come Al Pacino, altra persona alla mano». Con Madonna non è scattato lo stesso feeling: «Diciamo che è più riservata». E’ una miniera di aneddoti Alessandro Malpassi, manager riminese 40enne di un noto ristorante di New York che ha sfondato negli Stati Uniti dopo essere partito 11 anni fa. Nel 2003 lascia il suo locale sul lungomare di Rimini, «mi ero stufato, volevo qualcosa di diverso». E decide di varcare l’oceano per andare a provare un’esperienza «a Los Angeles: sono partito dall’Osteria del riminese Gino Angelini, il migliore di tutti, primo mese da runner, quello che porta i piatti a tavola, poi da cameriere, l’inglese lo conoscevo e mi è servito ad ambientarmi subito». La sua carriera prende il volo dopo due anni, quando decide di lasciare la California per Miami. Dove? In uno dei ristoranti della catena di Robert de Niro, l’Ago, dove Alessandro diventa nel giro di pochi mesi il manager. E anche lì, tra i clienti, ci sono personaggi del calibro di Oliver Stone e Rupert Murdoch, ma l’elenco è infinito. Pure il giro di soldi è importante: «Ricordo una volta un conto da 3.600 dollari (2.700 euro, ndr) e una mancia dello stesso importo». Soldi, soldi e ancora soldi. Il manager riminese non ha dubbi: «Negli Stati Uniti hanno il chiodo fisso del business e la ristorazione, se sei capace con i clienti e sai lavorare duro, può essere una miniera d’oro». Lui, Alessandro, ha schiacciato sull’acceleratore: «Ricordo sette mesi di fila, sette giorni su sette al lavoro per dieci ore di fila». L’approccio coi clienti imparato nella terra natia lo ha aiutato non poco, anche con le star che hanno transitato per i suoi tavoli. «Di Caprio è stato il numero uno: mi ha chiesto tutto su Rimini e sul nostro cibo, per un’ora è rimasto ad ascoltarmi e a fare domande. Lavoravo tanto e mi divertivo». Poi con il passare del tempo il carico si è alleggerito ma non tanto. Soprattutto quando l’allora 33enne riminese sbarca nella Grande Mela: «Miami per la ristorazione è considerata una mezza tacca, dopo un anno l’ho capito e sono andato dove si può ottenere il massimo, New York». Parte subito a pieno regime: «Lavoravo da Morandi, grandissimo ristorante sempre pieno». Il segreto infatti è questo: «Per fare soldi o vai in un locale dove girano clienti ricchi o vai in uno sempre pieno: o l’uno o l’altro, non ci sono alternative». I camerieri che sanno fanno il loro mestiere «arrivano a guadagnare oltre 5mila dollari al mese (3.800 euro, ndr)». Se poi fai il manager si arriva tranquillamente a oltre 100mila dollari annui, circa 80mila euro. Alessandro ora gestisce il Palma, un locale nel cuore di Manatthan, dove però la vita non è certo economica: «Un bilocale in affitto lo danno a non meno di 2mila euro al mese, tanto per capirci». Ma ne vale la pena, spiega il manager che nel frattempo ha preso la cittadinanza americana e di tornare a vivere a Rimini non ha alcuna intenzione.

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