«Eterologa al via: gratis per tutti»

Rimini

BOLOGNA. Fecondazione eterologa, si parte: «Disponibile a tutti e gratuita». Dopo il via libera della Corte costituzionale in aprile, ieri è arrivato il via libera definitivo della Regione: dalla prossima settimana saranno aperte le liste di attesa. E già si prevede la corsa alle richieste, spiegano dai centri: «Stiamo ricevendo centinaia di telefonate».

La Regione ha predisposto le proprie linee guida, che definiscono le modalità di erogazione e i criteri di autorizzazione per le strutture sanitarie: sono 21 in tutta l’Emilia Romagna.

In provincia di Rimini le strutture indicate dalla Regione sono una pubblica e tre private: Ospedale Cervesi di Cattolica; Santa Caterina Pegaso s.r.l; Centro Diagnostico Riminese; Nuova Ricerca s.r.l.

Nel Ravennate, a Lugo, ci sono il centro privato Artebios e quello di Fisiopatologia della riproduzione umana dell’ospedale Umberto I, diretta dal dottor Mauro Salieri.

A Forlì, all’ospedale “Morgagni-Pierantoni” e nella clinica privata “Villa Serena”.

Il documento è stato presentato ieri dall’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti e, considerata la natura urgente, il provvedimento sarà adottato la prossima settimana con una delibera di Giunta. In sintesi: il testo recepisce le linee guida nazionali e in Emilia Romagna, a differenze di altre Regioni, la fecondazione assistita sarà gratuita.

Già da lunedì, non appena entrerà in vigore la delibera regionale, le coppie potranno quindi recarsi nei centri - pubblici e privati - di procreazione medicalmente assistita, per effettuare i colloqui con i medici, «ai quali compete la decisione di consigliare la tecnica più idonea per la coppia».

Ricordiamo che la fecondazione eterologa, cioè quando il seme e l’ovulo sono donati da una persona esterna alla coppia, era vietata dalla Legge 40 da anni. Lo scorso 9 aprile, però, la Consulta ha ritenuto incostituzionale il divieto a questo tipo di fecondazione. Da allora si sono innescate polemiche tra sostenitori e detrattori, fino alla giornata di ieri quando le Regioni, compresa l’Emilia Romagna, hanno fatto partire nel concreto l’iter predisponendo le linee guida. Soddisfatto l’assessore Lusenti: «Le Regioni hanno assolto in modo molto tempestivo all’impegno preso a metà agosto: condividere regole comuni di funzionamento che rendano esigibile per le coppie un diritto riconosciuto dopo la sentenza della Corte Costituzionale».

Le linee guida sono chiare: come per la fecondazione omologa, tutti gli esami, i controlli e la metodica sono a carico del Servizio sanitario nazionale, con il limite massimo di 43 anni per le donne riceventi e un numero massimo di 3 cicli da effettuare nelle strutture pubbliche. E ancora: gratuita e volontaria è la donazione, così come gli esami e i controlli che devono effettuare donatori e donatrici; i donatori maschi devono avere un’età tra i 18 e i 40 anni, le donatrici tra i 20 e i 35 anni.

 

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