Allarme carcere, aggrediti tre agenti

Rimini

RIMINI. Prima un pugno violento alla nuca di un agente, finito in ospedale. Poi quando sono arrivati i colleghi, il detenuto si è scagliato fratturando un dito a un altro. E’ successo pochi giorni fa nel carcere, dove i sindacati denunciano «una situazione di massima tensione: pochi uomini per i controlli». Tanto che ieri «un altro detenuto ha aggredito in modo selvaggio uno della penitenziaria: ora basta».

E’ un inferno da codice rosso ai Casetti di Rimini. E’ lì che nel giro di pochi giorni si sono verificati tre episodi di violenza, nei quali ad avere la peggio sono stati gli agenti della polizia penitenziaria. I primi due a finire in ospedale sono stati quelli aggrediti venerdì scorso, spiegano dalla Uilpa, picchiati da un carcerato tunisino in galera per spaccio di droga. «Il detenuto ha reagito quando è stato portato in cella al termine dell’ora di aria - spiega il segreteria regionale del sindacato Giuseppe Crescenza -. L’agente si è girato ed è stato colpito alla testa per poi cadere per terra: per lui 22 giorni di prognosi per una commozione cerebrale». Il collega intervenuto per aiutarlo è riuscito a bloccare il detenuto ma solo dopo una violenta colluttazione fatta di calci e pugni, in cui ha subito la frattura del dito.

«Gli atti di violenza sono all’ordine del giorno - tuonano dal sindacato -. Quelli che emergono sono solo una parte e tutto nasce dal fatto che ci sono 94 agenti effettivi a fronte di una pianta organica che ne prevede 148». E dire che i detenuti sono attorno ai 118, numero entro i limiti. Ma le difficoltà non mancano: la presenza di una reggente, l’attuale è Rosa Alba Casella, direttrice al carcere di Modena, «incide sulla pessima situazione in cui siamo, non per colpa sua ma è impossibile fare programmi con chi arriva solo due giorni a settimana a Rimini».

A conferma che la struttura sembra una bomba a orologeria pronta a esplodere c’è anche l’aggressione avvenuta ieri intorno alle 14. A denunciarlo è il Sappe, con il segretario provinciale Massimo Vitale: «Un altro detenuto si è avventato sul collo di un agente: un’aggressione selvaggia che è stata interrotta dall’arrivo dei colleghi». Dal sindacato non hanno però gradito la vigilanza dinamica in atto da diversi mesi. Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, la spiega così: «Si vuole tenere tutta la giornata i detenuti fuori dalle celle per farli rientrare solo per dormire, lasciando ad alcune telecamere, che a Rimini per buona parte non funzionano, il controllo della situazione».

Per fortuna il controllo è riuscito, sempre domenica scorsa, quando un marocchino ha tentato per la seconda volta il suicidio, provando ad impiccarsi. «Un agente della penitenziaria - concludono dalla Uilpa - è intervenuto prima che ci fosse un’altra tragedia figlia di questa situazione ormai al limite».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui