Nudi d'arte in discoteca, chiesta l'archiviazione

Rimini

RICCIONE. L’amministratore delegato del Cocoricò, Marco Palazzi e gli attori ingaggiati per l’occasione da una delle più celebri e innovative compagnie teatrali italiane (Fanny & Alexander) possono tirare un sospiro di sollievo. Il pm Luca Bertuzzi ha chiesto l’archiviazione dell’accusa di concorso in atti osceni, mossa nei loro confronti durante una performance artistica.

I fatti risalgono al febbraio scorso, quando i carabinieri di Riccione presenti nel locale, codice alla mano, ritennero di interrompere l’esibizione anche alla luce del fatto che tra gli avventori della discoteca si trovavano parecchi minorenni. Si trattava della riproposizione, a mo’ di citazione, a distanza di quasi quaranta anni, di una trovata di Marina Abramovic, la celebre artista della body art eseguita per la prima volta in coppia col marito Ulay a Bologna (nello stesso anno in cui il film di Bernardo Bertolucci Ultimo Tango a Parigi veniva condannato dalla cassazione alla distruzione del negativo per oscenità e la perdita dei diritti civili, tra cui la possibilità di votare, per il regista). Si trattava di entrare nel locale passando tra due figuranti nudi (nelle varianti uomo-uomo, donna-donna e donna-uomo). Troppo per la pattuglia in servizio che riferì sommariamente al pm di turno quanto stava accadendo, senza specificare nel dettaglio il particolare contesto. Gli attori finirono così in caserma, scatenando l’indomani diverse reazioni. A prendere le difese dei militari fu lo stesso procuratore capo Paolo Giovagnoli. «I carabinieri non sono tenuti a conoscere l’arte moderna - aggiunse il procuratore - e nessuno ha spiegato loro, se non una volta in caserma, i contorni dell’iniziativa. Nel loro rapporto si parla di gente nuda, in mezzo alla quale i clienti del locale, tra cui anche dei minorenni, dovevano obbligatoriamente passare. Hanno fatto il loro dovere nel segnalare la situazione, spetterà a noi ed eventualmente a un giudice fare le valutazioni del caso». L’incartamento fu affidato al pm Luca Bertuzzi che, per farsi un’idea, ha avuto da una parte i filmati della serata e dall’altra la memoria difensiva dell’avvocato Alessandro Catrani nella quale si specificava a chiare lettere la natura artistica della performance e la possibilità, ben indicata di usufruire di un ingresso alternativo per i clienti che non gradivano la “provocazione”. Nelle scorse settimane è arrivata la richiesta di archiviazione da parte del pm: non era reato. Per il Cocoricò il clamore sulla vicenda si trasformò in pubblicità positiva anche per la simpatia e la solidarietà piovuta da ogni ambiente. Preludio a un’estate ricca di serate divertenti e apprezzate dai giovani, finalmente tranquilla sotto il profilo dell’ordine pubblico e caratterizzata dall’impegno nel mondo dello sport e della rinascita del calcio riminese in particolare.

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