Marina centro: notte da Arancia Meccanica

Rimini

 

RIMINI. Gli hanno tagliato la strada con una “500” vecchio modello rubata in giornata a una ottantenne riminese. E poi, neanche fosse in sella ad un purosangue di razza, gli hanno puntato alla gola un coltello, un coccio di bottiglia, e quindi l’hanno disarcionato colpendolo con un calcio in pieno viso. Protagonisti della rapina stile Arancia meccanica di una mountain bike, tre balordi cui le forze dell’ordine stavano dando la caccia dal giorno precedente per l’assalto consumato ai danni di una sala giochi di viale Vespucci e ad un fruttivendolo di Miramare. Rapina aggravata, ricettazione, porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Queste le accuse che hanno spalancato le porte dei Casetti a D. T. 30enne nato a Pescara e residente a Rimini, D.S. 38enne nato in provincia di Potenza e residente nel torinese, V.S., 25 anni, nato e residente a Torino. Il più vecchio è stato anche denunciato per violazione del foglio di via obbligatorio: non avrebbe potuto rimettere piede a Rimini per tre anni e per avere violato la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Bologna emesso dalla Corte di Appello all’inizio di quest’anno. Non avrebbe... Ma il codice penale non reputa grave non rispettare un ordine di un questore o di un giudice.

Il sabato di follia è iniziato alle 21,30 quando i tre balordi hanno messo nel loro mirino un albanese che con un amico stava pedalando lungo viale Regina Margherita. Impossessatisi della bici dopo averlo minacciato e pestato, hanno gettato “il bottino” nel baule dell’utilitaria con cui sono ripartiti col portellone spalancato, in direzione di marcia Riccione. Per loro sfortuna, però, l’amico del depredato che non aveva avuto la forza di intervenire, ha avuto la prontezza di spirito di annotare tipo ma, soprattutto, il numero di targa dell’auto dei banditi. Dati che hanno permesso una manciata di minuti più tardi ad un equipaggio del 113 di intercettare i balordi in via Doria. I rapinatori, che nel frattempo avevano gettato nel panico una signora cercando di entrare nella sua abitazione di via Bengasi, trovato parcheggio davanti al Conad di viale Vespucci, hanno abbandonato la macchina (con bicicletta e armi all’interno) ed hanno cercato di mescolarsi tra la folla per darsela a gambe. Tentativo miseramente fallito grazie anche all’intervento di altri due equipaggi della questura. Gli agenti hanno avuto i loro bei problemi per riuscire ad ammanettarli. Operazione portata a termine con grande professionalità tanto da meritarsi gli applausi in diretta dei presenti. Ma non era finita. La loro cattura è avvenuta a due passi dalla “Terry Bell”, sala giochi rapinata appena 24 ore prima da malviventi che potevano assomigliare ai componenti del terzetto. Il gestore è stato così invitato a presentarsi in questura e qui, senza ombra di dubbio, ha riconosciuto i fermati come i rapinatori che gli avevano preso l’incasso dopo aver puntato anche a lui un coltello alla gola.

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