Chiuso il Drugstore amato dalle donne

Rimini

 

RIMINI. Quando il marito Michael Onasis Martinez Diaz, 33 anni, è finito in manette per aver ferito nel luglio del 2013 due poliziotti (uno a coltellate) in Riviera come rinforzi estivi davanti a un noto locale del lungomare, ha ben pensato che per continuare la redditizia attività di spaccio messa in piedi con il consorte, era il caso di allearsi con qualcun altro. Rimpiazzata così la forzata assenza del coniuge, Yesica Torres Rosario, 31enne dominicana, ha iniziato a viaggiare su e giù per lo Stivale per procurarsi la neve da piazzare alle accanite consumatrici che ad ogni ora del giorno e della notte chiedevano di poter andare nel suo appartamento in zona Lagomaggio. Partite di “smalto” così nelle telefonate era chiamata la cocaina che non poteva essere venduta mai in dosi inferiori ai cinque grammi. Con lei in treno, a turno, sono saliti Salvatore Emolo, 37 anni, da Napoli, pataccaro specializzato nelle forniture di schede telefoniche intestati a chissachì e per questo molto difficili da intercettare ma, soprattutto, Fabio Andres Sierra Rojas, colombiano classe ’81, fino a ieri mattina un emerito sconosciuto dell’italica giustizia. Yesica e Fabio non sapevano però di avere sul collo il fiato del nucleo mobile del comando provinciale della guardia di finanza già sulle tracce dei coniugi dominicani prima dell’aggressione ai poliziotti. Investigatori delle fiamme gialle che agganciate alcune delle utenze telefoniche fornite alla coppia da Emolo, sono riusciti a ricostruire il modus operandi e la mappa dettagliata dei clienti, molti di fuori provincia, che incontravano i loro spacciatori prima di passare al “Drugstore” (questo il nome dato all’operazione) preferibilmente alle fermate dell’autobus. Tra loro tante giovani donne, come detto, tra i 20 e i 30 anni, tutte straniere, “normalissimi” e insignificanti ragionieri riminesi. Tra questi uno particolarmente preoccupato dal fatto che il pusher dava la disponibilità a rifornirlo nelle ore più disparate e lui non sapeva come giustificarsi con la moglie. Una indagine vecchio stampo, fatta di lunghi appostamenti e pedinamenti, chiusa ad agosto quando Yesica di ritorno in treno da Imola è stata trovata con 131 grammi di cocaina nascosta nelle parti intime. Altri 31 le sono stati sequestrati in casa. Finita in cella anche lei, la finanza ha chiuso l’indagine e la procura ha chiesto le quattro misure cautelari eseguite ieri mattina. In cella, materialmente, c’è finito solo Sierra Rojas, Yesica è stata denunciata per non aver rispettato l’obbligo di dimora mentre Emolo è stato colpito dal divieto di dimora in provincia. Per l’accoltellatore, al momento, come unico obbligo c’è quello di firma.

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