Emergenza scuola, mancano i presidi

Rimini

RIMINI. Mancano i presidi, 14 le sedi scoperte da settembre. Sono tanti i posti vacanti che a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico si troveranno con tutta probabilità tra gli istituti scolastici della provincia di Rimini. E si tramuteranno in “reggenze”, cioè dirigenti di altre scuole reggeranno gli istituti rimasti senza preside, con tutti i problemi finanziari e organizzativi che questo comporta.

Ci saranno infatti scuole che già contano migliaia di studenti, frutto della recente riorganizzazione in istituti comprensivi (unioni infanzia, primaria e secondaria), che dovranno necessariamente essere accorpate ad altre. O istituti superiori già affollati che saranno diretti da un preside già a capo di un’altra scuola.

Tutto ciò come conseguenza del mancato mantenimento in servizio dei dirigenti in età pensionabile e l’assenza di nuove nomine perchè le graduatorie regionali dell’ultimo concorso sono quasi esaurite.

Tra le scuole più “corpose” che si ritroveranno quasi sicuramente con una reggenza ci sono: il liceo classico Cesare-Valgimigli che conta oltre 1.700 studenti su otto sedi diverse, il liceo Serpieri che ne conta oltre 700, l’istituto comprensivo Fermi (oltre 1.500 divisi su sei plessi), l’istituto professionale Einaudi, l’istituto professionale Malatesta, gli istituti comprensivi di Cattolica, di Mondaino, di Igea, di Verucchio, di Ospedaletto di Coriano, le due direzioni didattiche e la scuola Franchini di Santarcangelo e il nuovo centro per l’educazione degli adulti di Rimini. Sono 14 istituzioni scolastiche in tutto in un panorama regionale che certo non se la cava meglio: in Emilia Romagna sono 142 quelle con tutta probabilità andranno a reggenza perchè le graduatorie dell’ultimo concorso per dirigenti sono pressochè esaurite. Sono cinque i vincitori del concorso rimasti ancora senza incarico e due di questi probabilmente andranno a coprire - spiegano dall’ufficio scolastico provinciale - le necessità di Rimini. Sempre troppo pochi, comunque, rispetto al reale fabbisogno.

Intanto, genitori e insegnanti sono pronti ad attivarsi per chiedere che, almeno, plessi già grandi non siano “accorpati” ad altri di egual misura.

«Ne stiamo discutendo in maniera allarmata - affermano dalla presidenza del consiglio di circolo dell’istituto comprensivo Fermi di Rimini - il fatto che la preside Rosa D’amico vada in pensione apre a una situazione complessa in un istituto comprensivo creato da poco con l’accorpamento di vari plessi». L’istituto è infatti già composto dalla scuola media Fermi, dalla primaria Case nuove, Zoebeli, Carla Ronci, Flavia Casadei e l’Acquamarina. «Il fatto che un esterno debba ora reggerne due contemporaneamente allarma il corpo insegnanti. Ci stiamo riservando di scrivere all’ufficio scolastico regionale sebbene le speranze siano poche. Ma chiediamo di non essere accorpati, almeno, con una scuola delle stesse dimensioni ma più piccola».

Intanto, è stato già approvato all’unanimità un ordine del giorno alla Camera che impegna il governo a trovare una soluzione alla carenza dei dirigenti, magari anche respingendo i docenti prossimi al pensionamento. Ma pare un’ipotesi molto remota dato che il decreto è già stata convertita in legge. «Potrebbe configurarsi - si legge nell’ordine del giorno - una situazione paradossale, con circa il 20% delle scuole statali italiane senza dirigenza autonoma».

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