Picchia la nonna per la paghetta

Rimini

RIMINI. «Dammi 500 euro, devo pagare l’ultima droga che ho acquistato». Questa volta, però, il ritornello che da sei anni raccontava alla nonna che lo ha allevato, non ha fruttato quanto sperato a un 20enne balordo riminese. La donna, infatti, ha chiamato la polizia e lui trascorrerà Ferragosto ai Casetti.

Pesanti le accuse: maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione. Le manette sono scattate martedì pomeriggio mentre, come un avvoltoio, dalla parte opposta della strada, attendeva che la nonna, pensionata 64enne, uscisse dalla banca dove era andata a prelevare l’ultimo “pizzo”. La signora, invece, esasperata dalle minacce e ora anche dalle botte del nipote (due volte è finita in ospedale), che solo 24 ore prima era “crollata” denunciandolo finalmente per stalking, ha chiesto in prestito il telefono a un cassiere, ed ha chiamato il 113 per denunciarlo. Una decisione venuta dopo alcuni colloqui con il personale della divisione Anticrimine della questura con cui la vittima era stata messa in contatto dopo l’intervento a casa di una Volante. Gli agenti intervenuti avevano capito che dietro alla lite tra i due c’era altro, e così hanno allertato l’ufficio competente per le indagini su maltrattamenti e stalking di corso d’Augusto.

E così è venuta alla luce una storia d’amore non corrisposta. Più che una nonna, infatti, la 64enne è la vera mamma del ragazzo: il padre se ne è andato e la madre, complice le non perfette condizioni di salute, non è mai stata in grado di allevarlo. Così la nonna è diventata tutta la sua famiglia. Famiglia che ha iniziato a traballare quando a 14 anni, il preside, l’ha convocata per dirle «suo nipote si droga». Lasciati i banchi dopo la terza media, il balordo, forte dei 400 euro che la nonna gli ha iniziato a dare come paghetta (la sua pensione è di 700) non si è mai presentato sul posto di lavoro che qualche parente gli ha trovato. Non ha invece fallito un solo appuntamento con i vari fornitori di hashish e marijuana di cui è accanito consumatore. Un vizio non sostenibile da solo, nonostante la sontuosa paghetta. Così, sempre più puntuale, ha iniziato a chiedere alla nonna di riaprire il portafoglio. Ed ai rifiuti prima ha risposto minacciando di danneggiare casa, poi, nel tempo, si è accanito su di lei: minacce, insulti, ma anche schiaffoni e, come avvenuto l’altra settimana, le ha rotto il manico di una scopa in testa. Ma questa è stata la goccia che ha fatto traboccare e portato in carcere il nipote.

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