Agguato ai tifosi, guerriglia allo stadio

Rimini

RIMINI. Una guerriglia furibonda con lanci di bottiglie di vetro, sassi e colpi di spranghe. La carica delle forze dell'ordine, la fuga, poi ancora botte da orbi, lanci di lacrimogeni e la rabbia dei teppisti che si riversa contro tutto quello che trovano a tiro, a cominciare dalle tante auto danneggiate e scooter rovesciati.

L'esplosione di violenza durata una manciata di minuti si è consumata poco prima delle 20, all'esterno dello stadio Romeo Neri, a pochi minuti dal fischio d'inizio dell'amichevole tra Rimini e Bologna. Che però di amichevole ha avuto ben poco.

Almeno fuori dallo stadio, dove ad accendere la miccia, secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, sarebbe stato un gruppo di estrema destra arrivato con le teste incappucciate e piglio bellicoso. Tutti giunti a Rimini in treno non per guardare la partita ma per cercare la rissa con i supporter biancorossi; scontro che avrebbe potuto avere tragiche conseguenze se non ci fosse stato l'intervento immediato di polizia e carabinieri - in assetto antisommossa – servito a contenere i danni della “bomba” deflagrata in quella che sembrava una tranquilla serata d’estate.

Una deflagrazione arrivata improvvisa, sotto la curva dei tifosi riminesi, a pochi metri anche dai tanti bambini, genitori e spettatori in fila alle vicine biglietterie. Nessuno si aspettava un attacco in massa di questa portata e con questa modalità. E nemmeno alcuna sorta di scontro: nessun rumors pre partita aveva fatto accendere un campanello d’allarme nei giorni scorsi, visto che sui social network non c’è stata qualche avvisaglia su possibili scontri tra tifoserie. Figurarsi un blitz di facinorosi incappucciati, sbarcato a Rimini solo per mettere a soqquadro lo stadio. Tutto giunto d’improvviso.

Ecco spiegato perché in un primo momento il gruppo bolognese di estrema destra, arrivato senza biglietti e senza alcuna intenzione di entrare allo stadio, è riuscito a puntare dritto sotto la curva dei tifosi riminesi, molti dei quali si trovavano proprio all'esterno.

Un impatto violento, da cui è partito lo scontro, confuso, fatto di urla, “colpi proibiti”, tra i teppisti armati di bottiglie, spranghe e pietre. Tanta la paura scatenata tra i presenti non coinvolti ma rimasti impietriti ad assistere a questa scena da guerriglia urbana a cui polizia e carabinieri hanno messo fine con un lancio di lacrimogeni che ha messo in fuga il gruppo di violenti. I trenta si sono diretti verso il vicino campo della nuova questura, dove agenti e militari li hanno inseguiti: altri scontri e corpo a corpo, fino a quando i teppisti sono riusciti a fuggire facendo perdere le loro tracce. Il bilancio non ha visto quindi né feriti (si era sparsa la voce di un accoltellato allo stadio, ma è risultata infondata) né arresti. Ora però si teme che il gruppo bolognese sia rimasto in città, con il rischio che possa creare altri tafferugli e ci possano essere dei regolamenti di conti nei prossimi giorni.

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