Posticipo mini-Imu, dietrofront in vista

Rimini

RIMINI. E' bufera sul pagamento della mini Imu: «Lo slittamento non si può fare», tuonano certi da Bologna e Forlì dopo avere consultato l’Anci. Da Rimini, dove giovedì hanno annunciato il posticipo del saldo al 16 giugno, rischiano la marcia indietro e ora restano in attesa di «chiarimenti, perché non abbiamo più certezze».

L’ultima uscita del Mef. Partiamo dai documenti. Da quelli che il Ministero dell’Economia ha pubblicato ieri a pomeriggio inoltrato, con tutte le scadenze da rispettare: Imu 16 giugno e 16 dicembre; per Tari e Tasi almeno due rate i cui termini sono stabiliti da ciascun Comune. Infine arriviamo alla mini-Imu per cui si ribadisce un’unica scadenza: 24 gennaio. Insomma, sembrerebbe che il tentativo di posticipo annunciato da Palazzo Garampi vada a infrangersi contro le imposizioni da Roma. Come hanno confermato anche ieri diversi Comuni.

Rischio sanzioni. A cominciare da quello di Forlì, dove il primo cittadino Roberto Balzani è categorico: «Il versamento al 24 gennaio risulta definito dal quadro normativo nazionale approvato». Non solo. Dall’amministrazione forlivese ribadiscono che «dagli ultimi approfondimenti con l’Associazione dei Comuni italiani (Anci), ogni diversa soluzione risulta impossibile e, se tentata, esporrebbe i cittadini a rischi di sanzione».

Delibera impugnata da Ministero. Posizione, questa, assunta anche a Bologna: il vicesindaco Silvia Giannini chiarisce che «difronte ad una scadenza stabilita a livello nazionale non si può andare oltre, sarebbe molto rischioso anche per i contribuenti: la delibera potrebbe essere impugnata dal Ministero dell'Economia e arriverebbero sanzioni». Gli effetti collaterali, continuano da Bologna, potrebbero portare «lo Stato a rivalersi anche sulle amministrazioni “disobbedenti'” negando loro la quota di Imu che spetta ai Comuni».

Carta per verdure. Un caos infernale, quindi. Perché da Ravenna il sindaco Fabrizio Matteucci non ha intenzione di fare marcia indietro: «La legge è legge e la nota del ministero è carta buona per incartare le verdure - tuona -. Sono sicuro di applicare la legge e sono sicuro che né il Comune né i cittadini incorreranno in alcuna sanzione». Decisamente più prudenti da Rimini, dove stanno cercando di avere qualche certezza in più per non dovere fare retromarcia dopo l’annuncio fatto 48 ore fa sullo slittamento di 5 mesi del saldo della mini Imu: dal 24 gennaio al 16 giugno.

Rimini naviga a vista. L’assessore al Bilancio Gianluca Brasini spiega infatti che «dall’Anci non è arrivata nessuna indicazione che vieti il versamento posticipato». Le certezze di Forlì e Bologna a livello locale non sembrano essere così granitiche. Anche se Brasini ammette che «è meglio aspettare lunedì per capire se e cosa si potrà fare: al momento abbiamo sempre meno sicurezze da Roma, dove c’è il delirio». Pure il sindaco Andrea Gnassi su Facebook torna ad attaccare il governo: «Attenzione a raccontare barzellette che non ci sarà più l’Imu e ci saranno meno tasse». E ancora: «Non chiamiamola Tasi, chiamiamola Tamaz (ti ammazzo in dialetto, ndr)».

Affondo sindacato. Una stoccata ai Comuni arriva invece dalla Cgil. Il segretario Graziano Urbinati spiega infatti che «le amministrazioni che ci hanno ascoltato, come Santarcangelo, Cattolica e Riccione, non hanno alzato l’aliquota sulla prima casa e adesso non si trovano invischiate in questo brutto pasticcio».

 

 

 

 

 

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