Rapinatori incappucciati in casa: famiglia nel terrore

Rimini

RIMINI. Venti minuti di terrore, in ostaggio di tre uomini con il volto coperto che lo hanno aspettato sotto la sua abitazione, in via Pananti, lo hanno ammanettato spacciandosi per poliziotti e, minacciandolo con una pistola, lo hanno costretto ad entrare in casa per farsi consegnare soldi e gioielli.

È la sequenza agghiacciante vissuta la scorsa notte da un imprenditore di 60 anni, titolare di una nota discoteca nella zona di Rimini Sud, e dalla sua famiglia. Al suo rientro dal lavoro con il pulmino che riporta il logo del locale, intorno alle 4, l'uomo è stato avvicinato da tre malviventi già appostati dalla parte opposta della strada. Indossavano dei passamontagna che lasciavano intravedere solo gli occhi e delle casacche con la scritta “Polizia”. «Siamo della squadra antimafia, facci entrare in casa», gli hanno intimato.

Ma l'imprenditore ha capito subito che si trattava di una rapina. Infatti, in pochi secondi si è ritrovato con le manette ai polsi e del nastro adesivo sulla bocca. Uno dei rapinatori gli ha strappato le chiavi e gli ha estratto il portafoglio dalle tasche per prendere un documento e, dal cognome, capire in quale appartamento della palazzina abitasse. Quando sono entrati, dietro alla porta c'era la moglie del 60enne, svegliata dagli strani rumori provenire dall'ingresso. Non è riuscita a dire nulla: si è ritrovata una mano sulla bocca ed è stata sbattuta a terra, mentre il marito era nelle mani dell'altro complice e il terzo uomo rovistava in casa in cerca di denaro e oggetti di valore.

Intanto, la figlia 17enne dell'imprenditore che stava dormendo nella sua stanza con un'amica, si è svegliata per il trambusto. È stata proprio l'amica a mettere per prima il naso fuori dalla camera da letto e vedere quello che stava succedendo. D'istinto ha sbattuto la porta cercando di tenerla bloccata dall'interno e impedire che i balordi entrassero anche se uno stava facendo resistenza lasciando aperto un piccolo spiraglio. La figlia dei padroni di casa ha gridato terrorizzata ma poi ha preso il telefono cellulare per chiedere aiuto ed è stato probabilmente questo gesto, notato dal rapinatore, a farlo desistere e metterlo in fuga insieme agli altri due.

I malviventi sono riusciti a scappare portando via 200 euro in contanti e le fedi nuziali della coppia. Quando la situazione si è calmata la famiglia ha chiamato il 112. La pattuglia dei carabinieri è arrivata in pochi minuti ma i rapinatori, che secondo i racconti del 60enne e della moglie parlavano con accento dell'Est Europa, si erano già dileguati. Sul posto sono arrivati anche i militari specializzati del nucleo investigativo del comando provinciale di Rimini, che hanno provveduto ai rilievi tecnici. Tutti gli indizi raccolti sono al vaglio degli investigatori per giungere, prima possibile, all’identità dei responsabili. Anche un paio di anni fa l'imprenditore era stato preso di mira da una coppia di rapinatori al suo rientro a casa ma, in quell'occasione, l'uomo aveva usato dello spray urticante e i banditi erano scappati. Non aveva nemmeno sporto denuncia.

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