Botte al padre per la paghetta

Rimini

RIMINI. Il padre operaio, stufo di mantenere il figlio disoccupato l’aveva messo alla porta, ma questi continuava a pretendere con la prepotenza la corresponsione di una “paghetta” dal genitore di almeno dieci euro al giorno. Trecento euro al mese per garantirsi, quantomeno, sigarette e benzina del motorino oltre che qualche birretta e caffè. Di fronte al rifiuto del “vecchio”, l’uomo - un quarantunenne residente in comune della zona sud della provincia di Rimini (i dettagli sono omessi per non rendere identificabile neppure la parte offesa) avrebbe strattonato il padre, minacciandolo di morte anche attraverso l’esibizione di un coltellaccio da cucina. Al termine dell’ennesima lite i carabinieri della Tenenza di Cattolica, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Rimini, hanno arrestato l’aggressore con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

Non è la prima volta infatti che il quarantunenne, già in passato coinvolto in risse e baruffe e di indole impulsiva, arriva allo scontro fisico con il padre, bersaglio delle sue frustrazioni. Liti continue e sempre più accese che alla fine lasciavano desolati i contendenti e portavano entrambi all’esasperazione (il 41enne avrebbe minacciato di rivolgere l’arma anche contro se stesso). Forse per spronare il figlio il padre lo aveva invitato a lasciare l’abitazione (aveva trovato un alloggio grazie all’intervento del Comune), ma lui continuava comunque a pretendere, ad ogni costo, la “paghetta”. Assistito dall’avvocato Franco Ferrini, l’accusato potrà spiegare la sua versione dei fatti davanti al giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

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