Green Bar, spunta il tesoro all'estero

Rimini

RIMINI. Un patrimonio a sei zeri, oltre tre milioni di euro, depositato in conti correnti all’estero. Questo ulteriore tesoro è stato individuato dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Rimini e, stando ai primi riscontri, potrebbe essere riconducibile a Salvatore Castaldo, il 45enne napoletano napoletano titolare della società che gestiva il Green Bar, in viale Ceccarini, locale che venerdì mattina è stato sottoposto a sequestro-confisca assieme alla casa in cui vive con la famiglia nel centro di Riccione, un garage, una 500 Abarth e uno scooter Yamaha TMax. Tutti i beni, questi ultimi, per un valore stimato di circa 5 milioni di euro a cui si sommerebbero gli oltre tre milioni nascosti in banche estere, comprese quelle di San Marino, che però non sarebbero stati sequestrarti.

Un blitz, quelle delle Fiamme gialle, fatto al termine di una lunga indagine nella quale è stato applicato il Nuovo codice antimafia che permette l’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, attraverso le misure di prevenzione patrimoniale sulla base di mirate indagini economico-finanziarie. A giocare a sfavore di Castaldo, infatti, c’è una pena patteggiata a 2 anni per tentata estorsione in concorso con due napoletani indagati dalla Direzione distrettuale antimafia campana. Tentata estorsione ai danni dell’avvocato riccionese dei proprietari dei muri del Green Bar, la famiglia Stefanel, imprenditori nel settore abbigliamento.

Non solo: Castaldo, non riuscendo a convincere a proprietà ad accettare le sue condizioni economiche, decise di sparare contro la vetrina del negozio di proprietà della moglie dell’avvocato che tutelava la proprietà dell’immobile. Al figlio del legale, in precedenza, era stata incendiata l’auto. E ancora: a fare scattare le indagini della Guardia di finanza è stato anche l’alto tenore di vite dell’imprenditore napoletano, il quale a fronte di una dichiarazione dei redditi di poco inferiore a 59 mila euro, aveva acquistato la società Gebar srl per 944mila euro, proprietaria della licenza proprio del Green bar.

Ecco perché, a causa di questi legami poco chiari e di una tendenza a evadere le tasse confermata dai due condoni fiscali, nel 1997 e nel 2003, di cui ha usufruito, il gestore del Green Bar è stato ritenuto soggetto socialmente pericoloso e per lui sono state applicate le norme restrittive del Nuovo codice antimafia.

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